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Tra arte figurativa e futurista. In mostra l’universo poliedrico di Marisa Mori

Mori Marisa, La divisione meccanica della folla, 1933, olio su cartone, 71x100cm
Mori Marisa, La divisione meccanica della folla, 1933, olio su cartone, 71x100cm

Ricerca, riscoperta e valorizzazione artistica. La Galleria del Laocoonte ha condotto, nel corso degli ultimi anni nell’archivio degli eredi, uno studio sistematico dell’intero corpus dei disegni di Marisa Mori (Firenze, 1900-1985). Dopo aver dedicato all’artista due mostre in Italia (Torino, 2017 e Roma, 2018) è ora online Marisa Mori between Figurative and Futurist Art. La mostra, a cura di Monica Cardarelli, è virtualmente visibile sul sito della galleria.

Mentre nelle sedi romane della Galleria del Laocoonte e W. Apolloni è in corso ‘900 Classico, si accendono online i riflettori sui passaggi del percorso artistico di Marisa Mori. L’esposizione -che anticipa il catalogo Marisa Mori, disegni e dipinti sempre a cura di Monica Cardarelli- presenta accanto alle opere più note del periodo casoratiano e futurista della pittrice fiorentina, anche alcuni lavori inediti della produzione giovanile e del dopoguerra. Da Via Lanfranchi (1926), Natura morta con pompelmo e uova (1930), Marina di Massa (1930), Studio per due maschere (1931) al ritratto a carboncino di Felice Casorati (1926-30) e quello a olio della moglie, Daphne Maugham (1925-26). E ancora in mostra alcuni autoritratti a carboncino e ritratti dei famigliari della Mori oltre diversi disegni e schizzi che ritraggono il piccolo Franco, unico figlio della pittrice.

Marisa Mori, ritratto Daphne Maugham, 1928, olio su tela, 48×34,5, firmato e datato in basso a destra

Tra questi fogli spicca quello che l’artista aveva portato a Felice Casorati per poter essere ammessa alla casa-studio di via Mazzini, sul quale la stessa aveva annotato la frase: “il primo di Franco, primavera 1925” e accanto “speriamo se ne convinca”. La nota rivela il più intimo desiderio dell’allora autodidatta Marisa Mori: entrare a far parte della scuola di Casorati. Saranno presenti anche alcuni rari ritratti a carboncino del marito, Mario Mori, del quale aveva assunto il cognome nonostante la separazione dall’uomo, che sopraggiunse repentina, dopo la nascita del figlio Franco.

Una mostra piena di inediti alla scoperta dell’universo della Mori. Molto interessanti i ritratti dei soldati inglesi e americani che nel 1944-45 furono ospitati nella casa di famiglia a Firenze, dove l’artista era tornata a vivere dal 1932, dopo un lungo periodo torinese. Questi fogli, tutti puntualmente firmati, datati e che in alcuni casi riportano anche l’indicazione del nome, della città e dell’indirizzo del ritrattato, costituiscono veri e propri documenti d’identità. Jhonson Knof, James Chartain, Harold Gardner e diversi altri soldati posarono di fronte alla pittrice, che con disinvoltura descrisse a carboncino i lineamenti di quei giovani in alcuni casi poco più che adolescenti.

Via Lanfranchi, 1926, olio su tavola, 46×50 cm

Non sono da meno le drammatiche vedute di Firenze bombardata (1944-45), che tracciate a carboncino o a larghe pennellate ad olio su carta lucida, descrivono una città i cui antichi palazzi e le secolari chiese sono ridotte ad un cumulo di macerie. Nella deserta e buia città si scorgono alcune figure umane che incedono ricurve sulle sue rovine. Infine, la sua produzione del dopoguerra: nature morte con rose e giardini, maschere, vasi ricolmi di fiori, e diversi ritratti di donne d’ogni età, in alcuni casi dall’aspetto pensieroso e malinconico in cui perdersi per sondare la ricca e complessa interiorità di questa grande artista. Visita la mostra online.

Studio per le due maschere, 1931, olio su tavola, 58×44

Informazioni utili

Marisa Mori | Tra arte figurativa e futurista

A cura di Monica Cardarelli

Fino 15 Gennaio 2021

Laocoon Gallery

Roma | via Monterone 13, 13A 00186 Roma

Londra | 2a-4 Ryder Street, London SW1Y 6QB

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