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‘900 Classico, a Roma la sontuosa mostra che riporta l’Arte nel cuore della città

Achille Funi - Il Parnaso, 1948-1953, tempera e foglia d'oro su tavola, cm 212 x 476 Achille Funi - Il Parnaso, 1948-1953, tempera e foglia d'oro su tavola, cm 212 x 476
Achille Funi - Il Parnaso, 1948-1953, tempera e foglia d'oro su tavola, cm 212 x 476
Achille Funi – Il Parnaso, 1948-1953, tempera e foglia d’oro su tavola, cm 212 x 476

In un periodo così difficile per il mondo dell’arte, c’è chi non solo resiste con tenacia ma, nel cuore di Roma, organizza una mostra sontuosa allestita in ben tre sedi espositive.

900 Classico, una mostra sontuosa di oltre 100 opere dei grandi maestri del Novecento

‘900 Classico –  concepita e organizzata da Marco Fabio Apolloni e Monica Cardarelli, nella Galleria del Laocoonte di Via Monterone 13-13A, nella Galleria W. Apolloni di Via Margutta 53B ed infine nel nuovo spazio espositivo contemporaneo che le unisce di Via Margutta 81 – rappresenta una sorta di baluardo, una speranza per la ripresa della vita culturale della città, di fatto sospesa dopo la chiusura dei musei stabilita dall’ultimo Dpcm.

Achille Funi - Venere latina, 1930, olio su tela, cm 160 x 125, firmato e datato in basso a destra.j
Duilio-Cambellotti-Sublicio-1910-1911-Matita-carboncino-e-tempera-bianca-su-carta-bruna-cm-58×51-

Una rassegna che, indagando l’influsso delle due grandi stagioni del Neoclassicismo in Italia sui protagonisti dell’arte italiana del Novecento ( del concept della mostra ne abbiamo parlato nell’anticipazione che potrete leggere cliccando QUI), presenta oltre 100 opere tra disegni, cartoni preparatori, dipinti e sculture.

Tanti i nomi dei maestri rappresentati in mostra con le loro opere tra i quali ricordiamo Duilio Cambellotti, Mario Sironi, Gino SeveriniCorrado Cagli e Alberto Savinio solo per citarne alcuni tra i tanti.

Achille Funi - Venere latina, 1930, olio su tela, cm 160 x 125, firmato e datato in basso a destra.j
Achille Funi – Venere latina, 1930, olio su tela, cm 160 x 125, firmato e datato in basso a destra.

Il crescente interesse per le opere su carta

Una parte importante dell’esposizione è rappresentata da opere su carta che negli ultimi anni sono al centro di un rinnovato interesse da parte dei collezionisti. Sono soprattutto quelle del Novecento le più richieste, il secolo di una vulcanica creatività incessantemente tesa alla sperimentazione. Anche dal punto di vista filologico, sono ormai una presenza fissa nelle mostre più importanti dove occupano intere sezioni dedicate a quel magico e irripetibile momento in cui nasce l’idea primordiale dell’opera.

De Carolis, Studio per la Primavera_1903_Tecnica mista su carta applicata su tavoletta_cm145x167
De Carolis, Studio per la Primavera_1903_Tecnica mista su carta applicata su tavoletta_cm145x167

L’allestimento nella Galleria del Laocoonte

Nella Galleria di via Monterone, in un sapiente gioco di rimandi, opere su carta, tavole e xilografie fanno da sfondo alle splendide sculture, come gli eleganti cavalli in gesso di Publio Morbiducci o quelle insolite di Andrea Spadini. “Il Tevere” rappresentato sotto forma di un imperatore sdraiato su una barca di Nemi, sembra la versione neoclassica del servizio fotografico di un fotomodello per qualche rivista patinata. Figlio d’arte, formatosi alla scuola di Libero Andreotti – e poi  assistente di Arturo Martini – l’amato artista di tante star del mondo dello spettacolo degli anni sessanta è stato portato all’attenzione del grande pubblico proprio grazie a una mostra antologica curata da Monica Cardarelli che sarà prossimamente presentata in Inghilterra.

Andrea Spadini, Il Tevere, 1959 - 1960, argento massiccio, cm 26x40x11, Firmato Andrea Spadini, sul retro
Andrea Spadini, Il Tevere, 1959 – 1960, argento massiccio, cm 26x40x11, Firmato Andrea Spadini, sul retro

Al centro della sala, la versione futuristica del Laocoonte dell’artista contemporaneo Patrick Alò prende momentaneamente il posto del gruppo monumentale di Vincenzo de’ Rossi in mostra a Forlì, simbolo e anima della galleria che da questo capolavoro del Cinquecento prende appunto il suo nome.

La mitologia classica di Patrick Alò: la bellezza terrificante dell’Arte

Disseminate nelle tre gallerie-sezioni della mostra, le sculture in metallo riciclato di Patrick Alò uniscono alla bellezza armonica di derivazione neoclassica, l’atmosfera metafisica di una sorta di archeologia tecnologica. Esiti sorprendenti di un concetto che sembra evocare la stratificazione storica di Roma, dove le rovine della bellezza classica convivono con quelle  dell’archeologia industriale.

La mostra monografica che il nuovo spazio espositivo di via Margutta 81 dedica alla sua “Mitologia Meccanica” rappresenta  una trasposizione in chiave contemporanea del concetto neoclassico della mostra. Tra eroi mitologici, capitelli corinzi e torce fumanti, il suggestivo allestimento delle sculture sembra la quinta scenica di un mondo futuristico già visto, come un déjà-vu sedimentato nel nostro inconscio.

'900 Classico
Patrick Alò – aooconte, 2013 – 180x100x100 cm

Arte e Storia si fondono nell’allestimento della Galleria W. Apolloni

Un connubio tra storia e arte che diventa ancora più esplicito nell’allestimento della storica Galleria W. Apolloni tra opere monumentali, sculture e dipinti. E che si percepisce già all’ingresso della galleria che, oltre ‘900 Classico, ospita anche “Lo Zuavo e i Bersaglieri“, una mostra celebrativa per il 150esimo anniversario della Breccia di Porta Pia.

Molte delle opere selezionate per ‘900 Classico presenti in questa sezione hanno un valore storico oltre che artistico, come ad esempio “La Minerva” di Alberto Ziveri – alta più di 4 metri – cartone per un mosaico realizzato nell’Accademia dei Vigili del Fuoco, il meraviglioso e cangiante “Parnaso” di Achille Funi che era nell’aula di Brera dove il maestro insegnava pittura murale. E poi, gli smisurati cartoni dipinti a tempera da Ferruccio Ferrazzi che rappresentano i due Dei latini Vulcano e Cerere per il mosaico colossale da lui realizzato per la piazza Augusto Imperatore. Miti greci e divinità latine, cavalli, sirene e tritoni dovevano rappresentare la piattaforma estetica della nuova e giovane Italia che cercava di attingere un senso di appartenenza nella grandezza imperiale della Roma antica.

Alberto Ziveri - La Dea Roma, 1940 ca., pastello su carta, cm 377 x 200
Alberto Ziveri – La Dea Roma, 1940 ca., pastello su carta, cm 377 x 200

Intervista a Monica Cardarelli

Impossibile descrivere tutte le opere che compongono il percorso espositivo diviso nelle tre gallerie, (cliccando QUI trovate comunque una descrizione dettagliata delle opere in mostra) lasciamo dunque che sia Monica Cardarelli – direttrice artistica della Galleria del Laocoonte oltre che curatrice della mostra con Fabio Apolloni – ad approfondire le caratteristiche salienti della rassegna che potrà essere visitata fino al 15 gennaio 2021.

Il concetto alla base di ‘900 Classico è l’influsso sugli artisti delle due lunghe stagioni di neoclassicismo che hanno caratterizzato il nostro paese. Il taglio curatoriale di questa mostra sembra sottolineare come nella maggior parte delle opere esposte non si può di certo sintetizzare banalmente il tutto come un’arte di regime

I temi e i soggetti sono espressi in ogni tempo in una molteplicità di stili diversi. Al tempo del fascismo, abbiamo artisti moderni come Sironi e Severini che sono in sintonia con le avanguardie europee, o artisti “neo-antichi” come Achille Funi e Francesco Messina, che ri-creano stili passati come il Rinascimento o L’Antico. Però la committenza pubblica è la committenza pubblica. Se dunque si impone di rappresentare Romolo come Genio del Fascismo, il soggetto è di Regime. Non deve stupire poi che queste “Maniere ufficiali ”si riverberino anche nelle committenze private. Quindi arte Ufficiale quella del tempo Giolittiano che non fu Regime, Arte di Regime quando lo Stato fu Fascista. L’importante è che non ci sia stato un unico Stile di Regime come sotto Stalin e Hitler.

L’esposizione consta di oltre cento opere allestite in tre diverse sedi espositive. Oltre che per evidenti ragioni di spazio, sono state divise nelle tre gallerie in base a una scelta cronologica, tematica o puramente estetica?

Di necessità virtù estetica: le opere grandi nei più grandi spazi delle sale della Galleria W.Apolloni a Palazzo Patrizi in via Margutta 53B, quelle più piccole, cioè i disegni da collezione, nel più raccolto spazio della Galleria del Laocoonte in via Monterone 13, altre opere invece, nello spazio di Via Margutta 81 perché in sintonia tematica con quelle di Patrick Alò ivi esposte nella mostra “Mitologia Meccanica”.

Una parte importante della mostra è dedicata a grandi cartoni preparatori di opere che hanno caratterizzato l’assetto architettonico – e non solo – della Roma del Novecento. Pezzi rarissimi che potrebbero tranquillamente impreziosire una collezione pubblica per il loro intrinseco valore storico. La Galleria del Laocoonte ha sempre dato molto spazio al ruolo preminente del disegno nell’arte. Con questa mostra ne sottolinea il valore di opere d’arte autonome?

Nei cartoni, soprattutto quelli destinati a maestranze come quelle dei mosaicisti, si conserva il disegno autentico dell’artista di cui il mosaico è una traduzione. Nei cartoni per gli affreschi possiamo vedere il segreto processo della creazione che non appare nell’opera finita. Saremmo ben lieti se una Galleria Nazionale d’Arte Moderna degna di questo nome decidesse di acquistarne qualcuno, purtroppo la sua vocazione di conservare l’arte del Novecento è svanita tra le bizze pazzotiche di una direzione interessata a tutt’altro.

Come storica dell’arte, le mostre che ha curato per la galleria si caratterizzano anche per un approfondito lavoro di ricerca. Oltre ai nomi dei grandi maestri italiani presenti in mostra ne ha selezionato qualcuno poco conosciuto dal grande pubblico come ha fatto in passato per altri eventi espositivi?

Per le opere più antiche si possono citare: il grande dipinto di Vittorio Grassi, Il ritratto di Bottai fatto da Quirino Ruggeri, gli splendidi vasi di bronzo di Mario Ceconi di Montececon, artista poco noto, lontano dal suo Friuli. Tra i moderni Eugen Berman troppo dimenticato in Italia e lo stesso Fabrizio Clerici che dal precedente ha ricevuto visibile ispirazione, pur non dimenticato va riscoperto nel suo valore che nelle opere migliori è grandissimo. Proprio a Fabrizio Clerici dedicheremo presto una grande mostra per riportare in auge la sua arte fantastica ed erudita.

In mostra anche la particolare interpretazione del gruppo del Laocoonte con due versioni de “La Luce di Lessing” di Fabrizio Clerici e quella contemporanea in ferro dell’artista Patrick Alò. Un omaggio allo splendido gruppo monumentale di Vincenzo de’ Rossi da cui prende il nome la galleria ma che può anche evidenziare come suggestioni comuni possano portare ad esiti completamente diversi, sia dal punto di vista estetico che concettuale?

È un nostro capriccio chiedere ad artisti che sono a noi congeniali di reinterpretare il Laocoonte che è la nostra monumentale “insegna di bottega” ed anche il nostro programma estetico che al disegno, tradizione artistica molto italiana da tanta importanza. Non solo a Patrick Alò abbiamo chiesto un eroico Laocoonte di rottami, ma già nel 2015 Lea Monetti ha modellato e fuso in bronzo per noi una Laocoonte Madre vittoriosa dei serpenti e salvatrice delle sue figlie. Tra i più antichi di 900 Classico c’è anche un Laocoonte inciso da Cagli e un serpente di bronzo di Mirko che è in realtà una fantasia sui figli di Laocoonte.

La pandemia da Coronavirus ha sicuramente reso più difficile la circolazione delle opere d’arte all’estero (più di quanto non fosse già complicato dalle varie soprintendenze). Vi siete organizzati con forme di esposizione virtuali? Pensate di mantenerle anche quando potremo ritornare finalmente alla normalità?

Due mostre della nostra Galleria di Londra la Laocoon Gallery sono già on line: “The Commedia dell’Arte”, le maschere italiane nell’Arte del Novecento, e “Marisa Mori between Figurative and Futurist Art” sono già on line nel nostro sito. Le mostre romane si possono addirittura visitare virtualmente e per ogni mostra abbiamo preparato un vero e proprio documentario filmato mettendo a frutto l’esperienza maturata da Marco Fabio Apolloni che diversi anni fa è stato protagonista del canale tematico satellitare RaiSat Arte.

Vittorio Grassi_Feste commemorative della prolamazione del regno d Italia_1910 ca_olio su tela_cm200x69, firmato in basso a sinistra
Vittorio Grassi_Feste commemorative della prolamazione del regno d Italia_1910 ca_olio su tela_cm200x69, firmato in basso a sinistra

Informazioni

900 Classico

Fino al 15 gennaio 2021

Galleria del Laocoonte, via Monterone 13 –  Roma

Galleria W. Apolloni, via Margutta 53B –  Roma

Galleria del Laocoonte e W. Apolloni, Nuovo Spazio Antico/Contemporaneo, via Margutta 81 –  Roma

Orari: lunedì 16.00-19.00
martedì–venerdì: 10.00-13.00 e 16.00-19.00
sabato: 10.00-13.00

Tel +39 06 68308994

https://laocoongallery.co.uk/ancient-and-modern-classicism-in-italy-online-exhibition/

 

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