Print Friendly and PDF

Cambi: al via l’Old Master Week. Con opere di Guercino, Procaccini e una terracotta della bottega di Bernini

La sede genovese di Cambi, a Castello Mackenzie, ospita una tre-giorni (dal 9 all’11 dicembre) fitta di appuntamenti legati all’arte antica e all’antiquariato di pregio. Tra i dipinti emergono opere di Guercino e Procaccini. Venerdì 11 in asta una Testa di leone in terracotta della bottega di Gian Lorenzo Bernini

Si comincia mercoledì 9 dicembre con L’Art de la Table, catalogo dedicato all’eccellenza dell’eleganza della tavola, da due anni un appuntamento che ha costantemente registrato risultati sorprendenti. Tra i lotti più interessanti della vendita, un servizio da tavola per dodici coperti in argento fuso e cesellato entro custodia in mogano (stima 10.000 – 12.000 euro) prodotto in Germania alla fine del XIX secolo dall’Argentiere Koch & Bregfeld, Brema.

Importante servizio da tavola per dodici coperti in argento fuso e cesellato entro
custodia in mogano. Germania fine del XIX secolo. Argentiere Koch & Bregfeld,
Brema.
Stima 10.000 – 15.000 euro

Il ricco compendio da tavola, creato per un apparecchiato di rappresentanza, vanta una provenienza illustre essendo appartenuto alla principessa russa Vera Dolgorukij, discendente di un’antica famiglia nobile annoverata tra quelle che fondano la città di Mosca nel XII secolo e cugina dello Zar Nicola II andata in sposa al conte Pio Meniconi Bracceschi alla fine del XIX secolo. Lo stemma araldico dei principi Dolgorukij campeggia al centro del vassoio di portata, parte integrante del servizio e il monogramma VD sormontato da corona principesca è inciso a cesello su ogni posata.

Tra i servizi in porcellana, uno proveniente dalla Germania, Manifattura “Nymphenburg”, 1912-1975 stima 6.000 – 9.000 euro. La fabbrica di Nymphenburg, fondata nel 1747 nei pressi di Monaco di Baviera, è una delle poche manifatture settecentesche che ha saputo resistere nei secoli tuttora attiva.

Eccezionale servizio da tavola
Germania, Manifattura “Nymphenburg”, 1912-1975
Porcellana. Marca: scudo bavarese con corona e “Nymphenburg” in verde; scudo
bavarese impresso.
Stima 6.000 – 9.000 euro

Le forme utilizzate per questo servizio sono tipiche di Nymphenburg, modello che si trova già negli inventari del 1755 definito “festoniert” ossia “a festoni”. Fu il più amato e utilizzato dalla manifattura bavarese sino alla fine del Settecento. Sul nostro servizio la decorazione policroma ci mostra animali selvatici e cani da caccia posti quasi sempre singolarmente e in grandi dimensioni su una striscia di terreno ad isola, dipinti prevalentemente nei toni del bruno e del verde.

Giovedì 10 dicembre sarà invece il momento della prima tornata dedicata ai Dipinti Antichi. La vendita è composta di 154 lotti di grande valore, tra cui figurano una Carità romana di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591 – Bologna 1666) (Stima 200.000 – 300.000 euro), o una Visione Santa Teresa d’Avila di Giulio Cesare Procaccini (stima 50.000 – 60.000 euro). Quest’ultimo dipinto è stato identificato con quello ricordato dalle fonti fin dal XVII secolo nella chiesa di San Carlo a Milano. Un  importante olio su tela di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino (Arpino 1568 – Roma 1640) raffigurante la Strage degli innocenti, (stima 30.000 – 40.000 euro), una Scena allegorica con figura femminile del fiammingo Jan Roos (Anversa 1591- Genova 1638) (stima 20.000 – 30.000 euro), oltre a tavole e tele di artisti come Luca Cambiaso, Elisabeth Vigèe Le Brun, Domenico Fiasella, Carlo Sellitto, Domenico Piola, Rosalba Carriera e molti altri.

Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591 – Bologna 1666)
Carità romana
olio su tela, cm 150×200
Stima 200.000 – 300.000 euro
Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino (Arpino 1568 – Roma 1640)
Strage degli innoncenti
olio su ardesia, cm 40×60,5
Stima 30.000 – 40.000 euro

Venerdì 11 infine, dopo una tornata mattutina dedicata alla sessione finale dei Dipinti Antichi, sarà la volta dei cataloghi Scultura e Oggetti d’Arte e Importanti Opere e Arredi.
Per quanto riguarda la scultura antica, top lot dell’asta una serie di bozzetti e figure in terracotta di Anton Maria Maragliano (Genova 1664-1739). La straordinaria raccolta qui presentata rappresenta un unicum documentato nel panorama della produzione barocca genovese ad opera di uno dei suoi più rilevanti interpreti. Delle ultime opere commissionate, in tarda età, fornì i bozzetti in terracotta o carta pesta lasciando l’esecuzione ai collaboratori della sua bottega. L’importante nucleo è composto da sei gruppi e figure, tutti conosciuti alla critica e documentati su diverse pubblicazioni.

L’idea plasmata
Bozzetti e figure in terracotta di Anton Maria Maragliano (Genova 1664-1739)
Genova ultimo decennio del XVII secolo quarto decennio del XVIII secolo (1694-1739)
Stima su richiesta

Da citare senza dubbio una Testa di leone in terracotta, bottega di Gian Lorenzo Bernini (o Gian Lorenzo Bernini?) Roma 1654 – 1657 circa. L’importante brano scultoreo, è da considerare opera plasmata attorno alla metà del Seicento nella bottega romana dell’artista, in quella che è stata la più importante fucina del barocco italiano ed europeo. L’opera è stata esposta nella mostra “Barocco a Roma. La meraviglia delle arti” (fondazione Roma Museo Palazzo Cipolla, 1 Aprile – 26 Luglio 2015).

Testa di leone
Terracotta
Bottega di Gian Lorenzo Bernini ( o Gian Lorenzo Bernini?) Roma 1654 – 1657
circa
Stima su richiesta

Come spiega Daniele Sanguineti nel catalogo della mostra romana: “Al di là delle lacune, che rivelano, unitamente a tracce di ridipintura e di malta (oggi rimosse), una travagliata storia conservativa avvenuta soprattutto in ambiente esterno, è leggibile una raffinata tecnica esecutiva. Esaminando gli spessori integri è la sapiente troncatura all’altezza della schiena tramite l’uso del filo, quando la terra era ancora fresca. Lo stesso intervento interessa la parte anteriore sinistra, dove si sceglie di creare una cavità a discapito della porzione finale della criniera. Sull’intera superficie sono evidenti, oltre alle impronte digitali, le tracce di svariati strumenti: dagli stecchi alle spatole, ai diversi tipi di gradina fino all’uso della punta per segnare i baffi e per delineare l’iride. L’effetto originario doveva alternare parti estremamente rifinite, ottenute dal passaggio finale di un pennello bagnato soprattutto sulla superficie del muso, ed altre più contrastate, come l’innesto delle ciocche tramite profondi solchi circolari in prossimità degli zigomi e il progressivo incremento con masse molto movimentate sulla sommità della testa. La schiena reca infine a suggerire la morbidezza del pelame, un reticolo di segni ricavati dal virtuosistico impiego dello stecco di sezione ovale, che affonda per imprimere le ultime ciocche di crine, e di due diverse gradine per restituire l’effetto di continuità del manto. Le componenti tecniche descritte a questa stessa texture trovano svariati confronti con le modalità di Gian Lorenzo Bernini (Sigel 2012). In particolare la resa della criniera, ove si scorge anche, per distanziare i solchi, il ripetuto e contiguo affondamento nella creta della punta, è simile alla chioma del Moro nel bozzetto per la fontana in Piazza Navona (1653, Fort Worth, Kimbell Art Museums ) e alla barba di San Gerolamo ( 1661 circa; Cambridge; Harvard Art Museums) in relazione all’omonima statua Chigi destinata a Siena ( Bernini. Sculpting 2012, pp. 171- 177, cat. 13, pp. 257-261, cat. 30)”

Infine, tra le moltissime importante opere in catalogo, segnaliamo un’eccezionale Madonna del latte in diaspro sanguigno e base in marmo nero (probabilmente di epoca successiva) Fiandre Europa centrale XV secolo. La composizione, scolpita in un materiale raro e pregiato come il diaspro, eseguita negli sistemi del Quattrocento fiammingo è da collocare in quella produzione di raffinate opere spesso in materiali preziosi atte alla decorazione personale o domestica ad uso di importanti committenti come nobili e ricchi mercanti che ebbe il suo apice finale nell’ultima parte del XVI secolo, con Rodolfo II Re d’Ungheria e di Boemia e la sua corte praghese.

Madonna del latte
Diaspro sanguigno e base in marmo nero (probabilmente di epoca successiva)
Fiandre Europa centrale XV secolo
Stima 25.000 – 30.000 euro

A conclusione della ricca sessione di aste dedicato all’antico, sarà il momento dell’antiquariato di pregio col catalogo Importanti Opere e Arredi. Top lot indiscusso, uno stipo in legno ebanizzato, materiali naturali, bronzo dorato (Fiandre XVII secolo, stima 25.000 – 35.000) di manifattura fiamminga. Nasconde al suo interno un elogio alla Dea della caccia Diana (o Artemide, secondo la terminologia greca) che occupa, con gli episodi salienti della sua vicenda mitologica, il ciclo decorativo delle ante e al corpo architettonico centrale. Sempre relativo agli arredi, evidenziamo il lotto 237, una commode genovese del 1760-1768 (a stima 25.000 – 30.000 euro) a firma dell’ebanista Gaetano Bertora. Il Bertora condusse una delle più rinomate botteghe genovesi di “bancalari” a cavallo della metà del Settecento da cui uscirono raffinate opere di ebanisteria destinate ad importanti committenze di cui sono documentate tre opere autografe, due burò in collezioni private ed un comò databile tra il 1757 e il 1768 conservato presso l’Archivio di Stato di Dubrovnik ( l’antica Ragusa) in Croazia.

Importante stipo. Legno ebanizzato, materiali naturali, bronzo dorato. Fiandre XVII
secolo
cm 127x54x195
Spettacolare interno con fronte architettonico a tiretti, sportelli e pannelli,
riccamente dipinti a soggetti allegorici e mitologici, intarsiati con motivi a girali e
riquadrati da cornici guillochè, sportello centrale che cela tempietto con colonne e
specchi.
Sostegni a rocchetto e parte superiore modanata terminante con ringhiera a
balaustro di epoche posteriori
Stima 25.000 – 35.000 euro
Importante commode, Genova 1760-1768
Ebanista Gaetano Bertora ( ?-1768 )
Firmata ad inchiostro “Gaetano Bertora fecit”
Stima 25.000 – 30.000 euro

Tra i busti decorativi, spicca un Busto di Von Corneille Van Cléve in terracotta, (stima 20.000 – 25.000 euro) attribuito a Jean-Jacques Caffieri (Parigi 1725-1792). Raffigura lo scultore parigino Van Clève (Parigi 1645-1732) artista di corte che lavorò per i giardini di Versaille, Marly e della Tuileries. Trova significativo riscontro con due busti in marmo e terracotta conservati presso il Louvre di Parigi, attribuiti alla mano di Caffieri. Del fortunato ritratto sono documentate riedizioni dell’autore come quella conservata nella sua ricchissima collezione di ritratti di uomini Illustri descritta già nel 1778.

Busto di Von Corneille Van Cléve
Terracotta
Attribuito a Jean-Jacques Caffieri (Parigi 1725-1792) seconda metà del XVIII
secolo
Stima 20.000 – 25.000 euro

L’Art de la Table
Mer 9 Dicembre 2020

Importanti Dipinti Antichi
Gio 10 Dicembre 2020

Dipinti Antichi
Ven 11 Dicembre 2020

Scultura e Oggetti d’Arte
Ven 11 Dicembre 2020

Importanti Opere e Arredi
Ven 11 Dicembre 2020

 

GENOVA – CASTELLO MACKENZIE

Sfoglia qui tutti i cataloghi

Commenta con Facebook