Alfieri è scomparso all’età di 77 anni, dopo il ricovero per Covid-19 in Rianimazione all’ospedale Mauriziano
La sua eredità più conosciuta è sicuramente il progetto Luci d’artista, da lui lanciato nel 1998. Che nel periodo natalizio vede Torino trasformarsi in una delle capitali della creatività contemporanea, arricchita dalle luminarie concepite da grandi artisti contemporanei. Da Daniel Buren a Mario Merz, a Luigi Mainolfi, Giulio Paolini, Mario Airò, Nicola De Maria, Jenny Holzer, Rebecca Horn, Alfredo Jaar, Joseph Kosuth, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Tobias Rehberger, Jan Vercruysse, Gilberto Zorio.
Ma sono molte le ragioni che fanno di Fiorenzo Alfieri, consigliere comunale e poi assessore nelle giunte Novelli, Castellani e Chiamparino, un politico illuminato. E ne fanno oggi piangere la scomparsa, all’età di 77 anni, dopo il ricovero per Covid-19 in Rianimazione all’ospedale Mauriziano. “Una vita spesa per la nostra Torino non riassumibile in un tweet”, ha commentato su Twitter il sindaco Chiara Appendino. “La sua morte lascia un grande vuoto a chiunque abbia avuto il piacere di conoscerlo e non solo”.
Laureato in Pedagogia, insegnante e poi dirigente scolastico, Alfieri è stato anche docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Torino. Della sua attività è da ricordare l’impegno per il recupero delle Officine OGR, pensate come spazio di espansione della GAM, allora diretta da Pier Giovanni Castagnoli, e la lucidità dell’azione in occasione delle Olimpiadi del 2006. E poi la riapertura di Palazzo Madama e di diverse sale teatrali, l’apertura del Mao e il completo rinnovamento del Museo dell’Automobile. Dal 29 marzo 2019 aveva assunto l’incarico di Presidente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, incarico che aveva accettato con orgoglio e spirito propositivo.
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