L’Associazione spagnola degli avvocati cristiani chiede la chiusura della mostra e la rimozione di Borja-Villel da direttore del Reina Sofía
Qualcuno ricorderà il Cristo crocefisso su un bombardiere americano, come protesta nei confronti della guerra in Vietnam, visto alla Biennale di Venezia del 2007. Allora “La Civilización Occidental y Cristiana” – questo il titolo – valse all’autore Leon Ferrari, che realizzò l’opera nel 1965, il Leone d’Oro per il miglior artista. Oggi la spesso contestata, ancor più spesso fraintesa, installazione potrebbe costare grossi guai a Manuel Borja-Villel, direttore del Reina Sofía di Madrid.
Il museo ha infatti appena inaugurato una grande mostra dedicata ai cento anni dalla nascita dell’importante artista argentino, scomparso nel 2013: mostra che include l’installazione citata. E l’Associazione spagnola degli avvocati cristiani ha intentato una causa contro il direttore, per “crimini contro i sentimenti religiosi e incitamento all’odio”. Contro la mostra è stata avviata anche una raccolta di firme sulla piattaforma Hazteoir.org, che in pochi giorni ha raccolto oltre 10.000 firme.
Nella citazione gli avvocati sostengono che l’esposizione, che nelle intenzioni degli organizzatori dovrebbe protrarsi fino ad aprile 2021 (già, perché in Spagna i musei sono aperti…), “insulta Gesù” e “prende in giro il vangelo“, con “vari collage che mescolano immagini religiose con altre di esplicito contenuto sessuale“. E chiedono la chiusura della mostra, la rimozione di Borja-Villel da capo del Reina Sofía e la sua radiazione da qualsiasi carica pubblica.
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