Basquiat era nato a Brooklyn il 22 dicembre del 1960, e proprio oggi compirebbe 60 anni. Un genio precocissimo: già a 10 anni conosceva alla perfezione francese, spagnolo e inglese
“Una notte stavamo fumando erba ed io dissi qualcosa sul fatto che fosse sempre la stessa merda, The Same Old Shit. SAMO, giusto? Immaginatevi: vendere pacchi di SAMO!”. Inizia così, raccontata dalle sue stessa parole in un’intervista del 1978 al Village Voice, la leggenda di Jean-Michel Basquiat, che per qualche anno firmerà proprio così, SAMO, le sue azioni, graffiti, murales e manifesti. Lui – era nato a Brooklyn il 22 dicembre del 1960, e proprio oggi compirebbe 60 anni – non ha neanche 20 anni, e nell’immaginario collettivo è presente con questa figura. Il genio sregolato, un po’ sbandato, pronto a tutti gli eccessi, guidato solo dalla voglia di vivere a velocità sfrenata.
Ma ci sono aspetti di Basquiat che molti ignorano. Per esempio, che lui un genio lo era in tutti i sensi, fin da bambino. Poco dopo i 10 anni pare che conoscesse già alla perfezione il francese e lo spagnolo, oltre ovviamente all’inglese. La madre, dalla quale si allontanerà dopo il divorzio dei genitori, fin da piccolo lo portava a visitare i grandi musei, dal MoMA al Metropolitan, al Brooklyn Museum. E a 16 anni fu ammesso alla City-as-School di Manhattan, scuola riservata a ragazzi particolarmente dotati.
Gli sviluppi della sua brevissima ma sfolgorante carriera invece sono molto noti, peraltro soggetto per diversi documentari e film. Gli incontri chiave, da quello con Andy Warhol, che resterà per sempre il suo faro, a quello con Keith Haring. E quello con Madonna, con la quale ebbe anche una breve relazione sentimentale. Poi le tristi vicende della tossicodipendenza, che lo porteranno alla morte a 27 anni.
Ma un altro aspetto poco conosciuto, o almeno non adeguatamente rimarcato, è che nel successo globale del grande artista Jean-Michel Basquiat l’Italia ebbe un ruolo centralissimo. Fu a Modena, da Emilio Mazzoli, che si tenne la sua prima mostra personale in assoluto, peraltro senza particolare successo. E una gallerista italiana, Annina Nosei, fu fra i personaggi che credettero maggiormente nel suo talento, lanciandolo nell’olimpo dei grandissimi…