Uno zio “assassino”, un debutto da dimenticare a Sanremo. Scene poco conosciute della vita del grande Christian De Sica
“Sono nato nel giorno in cui papà [il grande attore e regista Vittorio, n.d.r.] era in piazza Duomo a girare la scena finale di Miracolo a Milano, quella dei poveri che volano in cielo sulle scope. Era il 5 gennaio del 1951“. Christian De Sica compie settant’anni oggi, 5 gennaio: e affida il ricordo a una recente intervista a un quotidiano. Attore, regista, cantante, comico, sceneggiatore e conduttore televisivo: figlio di Vittorio De Sica e dell’attrice spagnola María Mercader (sorellastra di Ramón Mercader, l’agente segreto stalinista assassino di Lev Trockij), raggiunge la popolarità riprendendo la scia della commedia all’italiana, in particolare con i cinepanettoni, film popolari pensati per le sale nel periodo invernale/natalizio, in coppia con Massimo Boldi. Già fidanzato con l’attrice Isabella Rossellini, è sposato dal 1980 con Silvia Verdone, sorella del suo compagno di scuola Carlo, dalla quale ha avuto due figli, Brando, regista, e Maria Rosa, costumista.
Christian De Sica è popolarissimo, sembra quindi inutile ripercorrere la sua lunga e prestigiosa carriera. Ma quanti in realtà ricordano i film che lo hanno visto protagonista, specie i più vecchi? E quanti sanno che lui fu inizialmente attratto dalla musica, partecipando nel 1973 al Festival di Sanremo can la canzone Mondo mio, senza particolare successo? I suoi primi passi nel mondo del cinema avvengono con registi come Aldo Lado (La cugina, 1974) e Pasquale Festa Campanile (Conviene far bene l’amore, 1975). E poi Pupi Avati (Bordella, 1976). Il primo ruolo da protagonista glielo affida comunque sempre nel 1976 Duccio Tessari nel suo La madama. Al quale seguono nel 1979 Liquirizia di Salvatore Samperi e Il malato immaginario di Tonino Cervi.
Nel frattempo inizia a farsi conoscere come personaggio televisivo in alcuni varietà, fra i quali Alle sette della sera (1974), La compagnia stabile della canzone con varietà e con comica finale (1975), Bambole, non c’è una lira (1978) e Due come noi (1979). Negli anni ’80 la consacrazione, con il successo in Sapore di mare, diretto da Carlo Vanzina, assieme a Jerry Calà e Marina Suma.