Sorta a metà strada tra Ferrara e le Valli di Comacchio, Tresigallo è la capitale internazionale del razionalismo. Sorta dal nulla e progettata totalmente a tavolino oggi la cittadina è una meta indiscussa per gli architetti mentre per gli amanti dell’arte è come passeggiare all’interno di di un quadro di De Chirico.
Tresigallo era una cittadina di appena settecento anime quando l’allora Ministro dell’agricoltura e foreste, Edmondo Rossoni che li ci era nato decide di rifondare totalmente la città secondo un nuovo progetto sociale, nuove forme e una rinnovata concezione di complesso urbano. Siamo in piena epoca fascista, negli anni Trenta del secolo passato, e per l’ambizioso progetto viene chiamato l’ ingegner Carlo Frighi, anch’esso nativo di Tresigallo. Il primo passo fu quello di costruire una strada che collegasse la cittadina a Ferrara, in seguito venne costruito il nuovo tessuto urbano, nessun ingegnere ne architetto di fama venne coinvolto nel progetto, anzi i protagonisti di questo esperimento furono tutti giovani ragazzi, spesso alle prime armi. Lo stesso Frighi era appena trentenne, l’architetto del paesaggio Pietro Porcinai aveva appena 26 anni quando fu chiamato da Rossoni per progettare il giardino di villa Barillari mentre Francesco Guerra, chiamato “Cecchino”, anch’egli 26enne, sperimentò qui per la prima volta alcuni tipi di lavorazione del marmo e del travertino.
Il risultato è un piccolo capolavoro a forma di città: il suo impianto urbanistico, le geometrie e i cromatismi sorprendono ancora per la loro modernità e cura dei dettagli. Lo sforzo creativo ed economico portò velocemente gli abitati di questa piccola cittadina da settecento a più di novemila. Tresigallo oggi è rimasta quasi totalmente inalterata, insignita del titolo di Città d’Arte, è una meta fissa di architetti, amanti del curioso, dell’arte e di chi cerca itinerari insoliti per le proprie gite. Chissà se De Chirico ci ha mai messo piede perché l’atmosfera e le geometrie che si respirano in questo piccolo borgo ti immergono quasi istintivamente dentro un suo dipinto metafisico. Per gli amanti del cinema invece potrà sembrare di essere in un film di Wes Anderson, con i colori pastello, le inquadrature geometriche e con magari in sottofondo i The Kinks.