“Pina non c’è più, ma in realtà è sempre presente”. Dieci anni fa ci lasciava Pina Bausch (1940-2009), coreografa, ballerina e direttrice della Tanztheater Wuppertal. Il documentario di Arte in italiano racconta il patrimonio lasciato da una stella della danza contemporanea e la sua influenza sulla scena attuale.
Il nome di Pina Bausch, nata a Solingen nel 1940, è legato soprattutto al termine Tanztheater (teatrodanza), adottato negli anni ’70 da alcuni coreografi tedeschi per indicare un progetto artistico che si differenzia dal balletto e dalla danza moderna includendo elementi recitativi, come l’uso del gesto teatrale e della parola.
Dopo una carriera come ballerina a New York, Pina Bausch rientrò infatti in Germania e iniziò a comporre le sue prime coreografie per il corpo di ballo della sua prima scuola, la Folkwang Hochschule di Essen. Nel 1973 fondò il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, cambiando nome al già esistente corpo di ballo di Wuppertal. Il successo fu immediato, e la coreografa ricevette riconoscimenti in tutto il mondo.
Nel 2009, un cancro ai polmoni ne stroncava la vita, a soli 68 anni. “La trasmissione del patrimonio di Pina Bausch, con oltre 40 pezzi, divenne un compito difficile, una sfida costante per tutti”. Per raccontare il patrimonio da lei lasciato, il documentario di Anne Linsel, disponibile su Arte in italiano fino all’8 febbraio, di riparte dai suoi ballerini, impegnati nelle prove di “Palermo Palermo”.