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Passione e ossessione: la storia de La Sposa del Vento di Oskar Kokoschka

Oskar Kokoschka, La Sposa del Vento Oskar Kokoschka, La Sposa del Vento
Oskar Kokoschka, La Sposa del Vento
Oskar Kokoschka, La Sposa del Vento

Passione e ossessione si confondono nella storia d’amore tra Oskar Kokoschka e Alma Mahler, artisticamente racchiusa nel dipinto La Sposa del Vento. Realizzata dallo stesso pittore austriaco, l’opera è conservata al Kunstmuseum di Basilea.

Nel 1912, un anno dopo la morte del celebre compositore viennese Gustav Mahler, la sua giovane vedova Alma è poco più che trentenne. La storia vuole che sia una delle donne più belle di Vienna, con un folto stuolo di ammiratori pronti ad occupare un posto nella sua vita. Ma, dopo la grande esposizione mediatica (se così si può definire) del matrimonio precedente, Alma Mahler si lascia sudurre da un pittore schivo e ancora non molto conosciuto: Osckar Kokoschka. I colleghi lo stimano, ma la critica lo giudica selvaggio – forse anche per le scarse capacità relazionali. Ad apprezzarlo particolarmente c’è il pittore Carl Moll, che qualche volta arriva anche ad invitarlo a cena.

É in una di queste occasioni che Kokoschka conosce Alma, figliastra di Moll e aspirante cantante. Ma soprattutto scaltra seduttrice. Il pittore – impacciato, timido, turbato – in meno di quarantotto ore è completamente innamorato della donna. Le fa un ritratto – a cui ne seguiranno molti altri – e tra i due si innesca una passione che brucia ispirata dall’arte e dall’eros.

Da subito e per tutta la lunghezza della loro relazione, Kokoschka vedrà in Alma il sacro oggetto del suo desiderio. Venerato, certo, ma pur sempre un oggetto. Il pittore è ossessionato dal corpo della donna e lo dipinge ogni giorno, nella sua totalità o nei dettagli più particolari. Ma ancora di più cerca di circoscriverlo alla dimensione della loro relazione: vorrebbe che Alma abbandoni le sue amicizie, che dedichi a lui ogni attenzione di cui è capace.

Così i loro incontri da focosi si fanno litigiosi. Lei è fiera e reticente a lasciarsi annullare, nonostante ricambi l’amore di Oskar, ammaliata dal suo carattere brusco e intenso, dalle sue mani forti e gentili. A questo punto l’irascibilità del pittore cresce insieme ai fantasmi, che si aggirano minacciosi sull’evetualità di perdere – o forse di non possedere totalmente – l’amore di Alma.

Oskar Kokoschka e Alma Mahler
Oskar Kokoschka e Alma Mahler

Non posso venire da te in pace finchè so che un altro uomo, vivo o morto, ti possiede. Perchè mi hai invitato a un ballo di morte e mi costringi a rimanere in silenzio, per ore e ore a guardare la tua schiavitù spirituale, mentre segui il ritmo di un uomo che fu e che deve essere un estraneo per te?

 

Lettera di Oskar Kokoschka ad Alma Mahler, tratta da “La creatura del desiderio” di Andrea Camilleri

É in questa fase dolceamara della loro relazione che il pittore dipinge il suo capolavoro: La sposa del vento (2014). L’impasto di colori è freddo e scuro, gettato sulla tela con l’irruenza e la carica che Kokoschka aveva anche nella vita. Il dipinto ritrae Alma Mahler, che nella notte dorme serena sul petto di Oskar. La stessa notte il pittore tiene gli occhi aperti, fissa nel buio il fantasma di Gustav Mahler e lascia che si impossessi di lui coltivando un delirio profondo composto da gelosia, rabbia, ossessione. Attorno a loro uno spazio indefinito li assorbe, li trascina in vortice di emozioni incontrollabili. Un turbine che scuote le loro vite nella più intima quotidianità, tanto che anche le lenzuola del loro talamo appaiono coinvolte. La relazione con Alma diviene allora un grumo di angoscia che li avviluppa in spirali di passione e sofferenza. Lui sa, e ne è consumato; lei ancora non ha colto la gravità della situazione, così riposa serena.

Alma non desiste e rimane, tranquilla, convinta che i demoni lasceranno la testa di Oskar. Anche perché è rimasta incinta. Fanno costruire una casa, dove andranno a vivere e dove, drammaticamente, si consumerà la tragedia. Oskar non vuole che niente che era appartenuto a Mahler entri in casa, compreso un busto realizzato da Rodin. Lei accetta, anche se la possessività di Kokoschka inizia a sembrarle incontrollabile. E infatti non lo è. Quando un giorno arriva a casa una cassetta contenente la maschera mortuaria di Mahler, il pittore impazzisce. La scaglia a terra, colmo di rabbia, urlando contro ad Alma che il loro bambino assomiglierà al defunto marito. Alma, per tutta risposta, andrà in clinica e abortirà. Tornerà a casa, almeno inizialmente, ma ormai il rapporto era definitivamente deteriorato. Così un giorno e uscirà per non tornare più.

Persa l’amata, il tormento di Kokoschka persiste: si arruola nell’esercito e parte per la guerra cercando la morte. Trova solo un’ossessione inossidabile, che una volta fatto ritorno a Vienna prende le inquietanti sembianze di una bambola, confezionata secondo le fattezze di Alma. A dire il vero non le assomigliava granché, ma al delirio del pittore questo non interessa. É un inquietante simulacro dell’amore perduto, che lui tratta come una persona in carne ed ossa. Finalmente il suo ambizioso progetto è realizzato: ora pensano con una mente sola, si muovono con un corpo solo, amano con lo stesso cuore. Nella totale aderenza del loro abbraccio non c’è spazio per niente e nessuno. Non durerà molto. Kokoschka rinsavisce, liberandosi della bambola di Alma e dissolvendo la follia in cui era avvolto. I demoni se ne sono andati. La poesia però rimane, incastonata in un dipinto immortale.

La bambola di Kokoschka con l'artigiana di Monaco che l'aveva creata
La bambola di Kokoschka con l’artigiana di Monaco che l’aveva creata

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