La collana in piccolo formato e in basse tirature, Luminous Phenomena, dedicata alla fotografia internazionale, si arricchisce del secondo volume dedicato ad Aleksey D’Havlcyon, allieva e musa del maestro Lucien Clergue. Il libro è corredato dal testo critico di Valerio Dehò e da alcuni pensieri di Lucien Clergue tratti dalla corrispondenza privata con la giovane fotografa, nata in Provenza nel 1993.
Luminous Phenomena – prodotto dalla casa editrice e agenzia di comunicazione NFC di Rimini per i suoi primi dieci anni di attività – prosegue con la seconda monografia, dopo quella dedicata alla fotografa italiana Lady Tarin. Questa volta presenta come protagonista Aleksey D’Havlcyon (1993): giovanissima fotografa, la cui coerenza e maturità le hanno permesso di affrontare con forza, ironia e leggerezza, temi importanti come il femminismo, la lotta di genere e la sessualità. Anche questa seconda monografia è pubblicata in tre lingue (italiano, inglese, francese) e in due versioni, Light e Deluxe.
Anche le fotografie di Aleksey D’Havlcyon, come quelle di Lady Tarin, indagano il rapporto tra l’essere umano e il corpo, il corpo e lo spazio. Le opere della D’Havlcyon sono in prevalenza autoritratti in bianco e nero o a colori, nei quali è talvolta accompagnata dal fratello, dagli amici, dagli amanti e dalle amanti, o da sconosciuti incrociati per strada. Il suo rapporto con la fotografia inizia molto presto, perché a soli diciannove anni espone i suoi scatti a Les Rencontres de la Photographie ad Arles (il festival internazionale di fotografia fondato da Lucien Clergue nel 1969), dove verrà notata dal maestro fotografo e amico di Picasso, Lucien Clergue (1934-2014) e di cui sarà l’ultima musa. Grazie all’amicizia di Clergue e ai suoi assistenti, Aleksey D’Havlcyon imparerà la stampa ai sali d’argento. Alla morte di Lucien Clergue, la giovane fotografia ha deciso di tornare a vivere in Spagna, continuando a presentare le sue opere a tutto il mondo.