Anche Rocco Guglielmo -conosciuto notaio calabrese- e Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, sono stati coinvolti nelle clamorose indagini dell’inchiesta “Basso profilo” che questa mattina ha portato in carcere e ai domiciliari diversi esponenti del professionismo e imprenditoria calabrese.
C’è anche il notaio Rocco Guglielmo di Catanzaro, conosciuto nel mondo dell’arte come presidente (dal 2006 al 2017) della Fondazione Mimmo Rotella, tra le persone coinvolte nell’inchiesta contro la ‘ndrangheta che questa mattina è sfociata in numerosi provvedimenti cautelari. La Dia ha effettuato anche il sequestro di beni per un valore di cento milioni e accertato un movimento di denaro illecito per oltre trecento milioni di euro.
L’inchiesta si chiama «Basso profilo». Ma in realtà sembra aver toccato i vertici della ‘ndrangheta calabrese. Perquisizioni e misure cautelari di varia natura sono state emesse questa mattina, giovedì 21 gennaio 2021, per 49 (13 in carcere e 36 ai domiciliari) tra gli 81 indagati dalla procura distrettuale di Catanzaro coordinata dalla Dda del capoluogo. Tra gli indagati anche Lorenzo Cesa (concorso esterno in associazione mafiosa) segretario nazionale dell’Udc al quale è stata perquisita l’abitazione. L’inchiesta riguarda i legami tra il politico e le ‘ndrine Grande Aracri e Arena di Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese. Lorenzo Cesa, che ha interessi in aziende del Crotonese e in provincia di Cosenza ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017. Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. Rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale, con effetto immediato».
Il notaio Guglielmo aveva nel giugno del 2017 rassegnato le dimissioni sia dalla Presidenza che dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Rotella, a causa dei suoi numerosi impegni professionali. Secondo il Corriere della Calabra le indagini hanno altresì “fatto emergere un complesso e articolato sistema di interazioni tra imprenditori e consulenti fiscali della zona. Nell’indagine figurano due commercialisti, entrambi originari di Roccabernarda (Crotone), con studio fiscale a Catanzaro lido dedicato ai bisogni dell’organizzazione. I tecnici e professionisti, si legge nell’ordinanza, “sono assai ricercati dalle organizzazioni criminali ed infatti la consorteria è riuscita altresì ad avvicinare un notaio (raggiunto dalla misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Catanzaro unitamente al divieto di esercitare la professione di notaio per la durata di anni 1), per concretizzare il passaggio di quote societarie a cittadini albanesi che, prelevati a Bari e provenienti da Durazzo, sono stato ospitati a Catanzaro, dotandoli di codice fiscale italiano. Gli albanesi, fittizi intestatari di tante cartiere anche di nuova costruzione, sono stati accompagnati per mano dal notaio per apporre le firme sugli atti predisposti dal professionista senza che questi compisse i dovuti controlli di adeguata verifica previsti dalla normativa antiriciclaggio”.
Rocco Guglielmo è anche il fondatore della fondazione a suo nome, la Fondazione Rocco Guglielmo che organizza mostre ed eventi d’arte in Calabria.