Ennesimo colpo di scena nella giunta Raggi. Un rimpasto della squadra a pochi mesi dal confronto elettorale: blindati i fedelissimi e ritiro delle deleghe al vicesindaco e assessore alla crescita culturale Luca Bergamo e all’assessore allo Sviluppo economico Carlo Cafarotti. La risposta dell’ex vice sindaco su facebook.
Rimpasto pre-elettorale
Equilibri precari, tattiche e strategie. La politica della giunta Raggi sembra del tutto simile a quel vecchio sistema che i 5 stelle affermavano di voler spazzar via dal nostro paese. E non è che a livello nazionale del resto le cose procedano in modo sostanzialmente diverso.
Peccato che più di Realpolitik, nel caso di Roma si è trattato per lo più di un rimpasto con funzione pre- elettorale. Tolti di mezzo quelli che non avevano manifestato il proprio entusiasmo alla ricandidatura della Raggi alle prossime elezioni comunali e blindati i fedelissimi.
Fuori i dissidenti, blindati i fedelissimi
Se ne parlava in realtà già da tempo: rumors trapelati dai corridoi del Campidoglio – mai confermati ma nemmeno smentiti – forse per “diluire” la portata mediatica della notizia e sfiancare i protagonisti di turno.
In particolare, la Sindaca ha ritirato la delega al Vicesindaco e assessore alla crescita culturale Luca Bergamo (ed è questo il motivo per il quale ce ne occupiamo su ArtsLife) in quanto lo stesso non aveva nascosto le sue perplessità sulla sua ricandidatura.
La nota della Sindaca Raggi
Insomma, alla faccia del confronto democratico, la Raggi ha dato il benservito a Luca Bergamo liquidandolo con un comunicato arrivato la tarda sera di venerdì:
Ringrazio Luca Bergamo per il lavoro che ha svolto come Vicesindaco e assessore alla Crescita culturale del Comune di Roma. Mi preme sottolineare che la mia decisione non è legata ad alcuna incomprensione né a dissapori nei suoi confronti: la fiducia e la stima nei confronti di Luca restano alte, soprattutto alla luce del complesso e ottimo lavoro che ha portato avanti in questi anni. Voglio ringraziare Luca per il suo impegno al servizio della città grazie a cui sono state realizzate delle vere rivoluzioni nel modo di fare cultura a Roma, che hanno influenzato il dibattito italiano e internazionale, con il solo obiettivo di garantire la massima accessibilità e partecipazione dei cittadini alla vita culturale della propria città. Penso alla Mic Card che apre quasi gratuitamente ai romani tutta la rete dei musei civici di Roma. Penso alla Festa di Roma, un capodanno unico e apprezzato a livello nazionale e internazionale per la qualità delle performance e della creatività o alla prossima riapertura del Mausoleo di Augusto. E questi sono solo tre esempi tra i tanti. Tuttavia, ci sono diversità di visioni politiche per il futuro di Roma. Ne abbiamo discusso di recente senza riuscire a trovare una sintesi.
Forse, per quell’esigenza di trasparenza più volte decantata dai 5 Stelle quando si trovavano all’opposizione nella giunta capitolina, sarebbe il caso di specificare a cosa si riferiscano queste “diversità di visioni politiche per il futuro di Roma”. Forse, chissà, potrebbero interessare anche i cittadini della Capitale.
Decisamente meno accorato il pensiero rivolto a Carlo Cafarotti, in Giunta con la delega al turismo e al commercio:
Allo stesso modo- aggiunge infatti la Raggi- ringrazio Carlo Cafarotti per il contributo all’azione amministrativa realizzato nel corso di questi anni. Abbiamo portato avanti insieme progetti importanti per la citta’ come il rilancio del settore turistico attraverso il Convention Bureau e FutouRoma o la riorganizzazione dei mercati rionali”.
L’assessorato di Luca Bergamo
L’assessorato di Luca Bergamo è stato fortemente caratterizzato da un’idea molto “attivista” dell’arte, vista come elemento fondamentale di crescita civile e sociale. Possono (e devono) essere criticate alcune sue scelte strategiche in una città che rappresenta un unicum al mond , ma è innegabile il suo impegno incessantemente volto a rendere la cultura fruibile a tutti i cittadini. Non di meno la vicinanza a tutti quei lavoratori del terzo settore messi in ginocchio dalla pandemia per i quali ha istituito una serie di tavoli virtuali, oltre alla famosa lettera indirizzata al Ministro Franceschini per la riapertura delle istituzioni culturali del nostro paese.
Il toto-assessori
Al momento la sindaca di Roma ha ripreso le deleghe alla Crescita culturale e Sviluppo economico, Turismo e Lavoro, ma il cambio di guardia avverrà presto. Ovviamente sui giornali già impazza il “toto-assessori”. Per quanto riguarda la sostituzione di Luca Bergamo ad esempio si parla di Pietro Calabrese – attuale assessore alla mobilità – nella carica di vice sindaco mentre si fa il nome di Lorenza Fruci – con delega alla parità di genere – per quanto riguarda l’assessorato alla cultura.
La risposta di Luca Bergamo
Staremo a vedere. Intanto Luca Bergamo ha pubblicato sulla sua pagina facebook una sorta di lettera (della quale riportiamo una parte) dove sembra confermare implicitamente quanto abbia pesato sulla decisione della Sindaca il suo mancato appoggio all’ipotesi di un Raggi-bis:
Ho servito l’amministrazione di Roma con impegno e collaborando sempre lealmente per 48 mesi. La Sindaca ha deciso di interrompere questa collaborazione a ridosso dalla fine del mandato.
Avevo espresso mesi fa riserve su modi e tempi della sua scelta di ricandidarsi, perché così fatta, senza confrontarsi, senza riflettere sui limiti dell’esperienza, poteva disperdere la parte buona del lavoro fatto, danneggiare la costruzione di una innovativa alleanza politica nel paese e lasciare Roma con il Recovery Fund in mano a una destra che ben conosciamo e che a Roma ha lasciato solo macerie. Avvisavo che la sua forzatura invece di unire, raccogliere in un progetto comune le forze disponibili, irrigidiva le posizioni dei diversi attori e l’estrema personalizzazione avrebbe reso più difficile un confronto onesto e di merito, il solo strumento disponibile per favorire l’evoluzione delle posizioni dopo quattro anni di ostilità aspre. Fino ad ora mi pare di averci visto giusto Ho servito l’amministrazione di Roma con impegno e collaborando sempre lealmente per 48 mesi. La Sindaca ha deciso di interrompere questa collaborazione a ridosso dalla fine del mandato. Avevo espresso mesi fa riserve su modi e tempi della sua scelta di ricandidarsi, perché così fatta, senza confrontarsi, senza riflettere sui limiti dell’esperienza, poteva disperdere la parte buona del lavoro fatto, danneggiare la costruzione di una innovativa alleanza politica nel paese e lasciare Roma con il Recovery Fund in mano a una destra che ben conosciamo e che a Roma ha lasciato solo macerie. Avvisavo che la sua forzatura invece di unire, raccogliere in un progetto comune le forze disponibili, irrigidiva le posizioni dei diversi attori e l’estrema personalizzazione avrebbe reso più difficile un confronto onesto e di merito, il solo strumento disponibile per favorire l’evoluzione delle posizioni dopo quattro anni di ostilità aspre. Fino ad ora mi pare di averci visto giusto..
In una nota pubblicata su facebook, Riccardo Corbucci, coordinatore della segreteria del Partito Democratico di Roma ha scritto;
La quasi ex Sindaca di Roma Virginia Raggi ha appena licenziato il suo vice Luca Bergamo e l’assessore al Commercio. A meno di cinque mesi dalla fine della sua terribile amministrazione ecco l’ennesimo valzer di poltrone. Sono sempre di meno, anche all’interno del M5S, quelli che vogliono che la Raggi si ricandidi a Sindaco per un secondo mandato. Ormai la Sindaca è sempre più sola e isolata. Se avesse avuto a cuore Roma si sarebbe dovuta dimettere già da un pezzo. La manderanno via i romani.
Scoppia la crisi in Campidoglio, a pochissimi mesi dal voto Raggi cambia ancora una volta la squadra: vicesindaco, assessore alla cultura e assessore al commercio out… ennesima dimostrazione se ce ne fosse bisogno dell’inettitudine della Raggi, incapace di costruire e gestire una squadra di governo che in questo momento avrebbe dovuto essere coesa per supportare i settori in crisi, cultura, commercio e turismo.
Povera Roma. Ritirare a 5 mesi dal voto le deleghe al vicesindaco e all’assessore allo sviluppo economico è la conferma di un triste epilogo. Nemmeno le dimissioni salverebbero la faccia alla sindaca. Nella storia della città eterna questo quinquennio sarà ricordato come l’era oscurantista
Assessori e capi di gabinetto licenziati, vigili urbani nominati e poi cacciati, manager pagati a peso d’oro e poi estromessi. Un balletto indecente di mezze figure, personaggi in cerca d’autore, mitomani e incapaci, durato oltre 4 anni. Ecco che cosa lascia Virginia Raggi alla nostra città. Oggi, a pochi mesi dalla fine del suo mandato, ennesimo sfregio da parte di una sindaca che ha affossato la Capitale d’Italia. Incapace di gestire l’amministrazione, incompetente nella scelta della sua squadra e degli amministratori, distante anni luce dai bisogni dei romani. Un fallimento politico e di leadership che purtroppo i cittadini hanno pagato a caro prezzo