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Giuseppe Penone dona oltre 200 opere su carta al Castello di Rivoli

Bianche betulle, marmo venato come rami, vene d’acqua, vene di pietra, vene degli alberi, vene dell’uomo, disegno preparatorio per Il giardino delle Sculture fluide a Venaria Reale, 2003. © Archivio Penone e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Bianche betulle, marmo venato come rami, vene d’acqua, vene di pietra, vene degli alberi, vene dell’uomo, disegno preparatorio per Il giardino delle Sculture fluide a Venaria Reale, 2003. © Archivio Penone e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

Giuseppe Penone dona al Castello di Rivoli più di duecento opere su carta realizzate dal 1968 a oggi. Il Museo di arte contemporanea progetta di dedicargli un’esposizione nel 2022 e l’edizione di un volume che documenti i progetti pubblici dell’artista simbolo dell’Arte Povera.

Che Giuseppe Penone (Garessio, 1947) intrattenesse con il Castello di Rivoli un particolare rapporto ne avevamo già avuto testimonianza lo scorso anno, quando aveva realizzato una serie di video-performance (chiamate Ephemeris) per il Cosmo Digitale. Ora però arriva una conferma ben più rumorosa. Giuseppe Penone dona 219 opere su carta realizzate dal 1968 ad oggi al Castello di Rivoli, insieme a preziosi materiali d’archivio e a Svolgere la propria pelle – finestra, opera su cui è tornato a più riprese dal 1970 al 2019. Una sua straordinaria versione fu allestita nel 1972 a Kassel, in occasione di Documenta 5. Straordinaria anche questa donazione, che consiste in disegni, schizzi progettuali, rendering architettonici, fotografie, note di lavoro, riflessioni manoscritte. Tra queste ne troviamo una in particolare, del 2021, che spiega il valore stesso della propria offerta al Museo:

La prima intuizione, la
prima idea di un’opera
annotata su un foglio
testimonia il fluttuare
dell’immaginazione prima
di irrigidirsi nella forma

È bello pensare di
posare le idee nei luoghi
in cui sono apparse
fluttuanti

Giuseppe Penone, L’albero ricorderà il contatto del mio corpo, 1968. © Archivio Penone e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Giuseppe Penone, L’albero ricorderà il contatto del mio corpo, 1968. © Archivio Penone e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

Attraverso il vasto corpus donato è così possibile immergersi nel processo creativo dell’artista, ben esemplificato nelle carte che ne ripercorrono evoluzioni e passaggi. In particolare abbondano le testimonianze riguardante i progetti di arte pubblica, compresi quelli di area piemontese, dal ciclo delle Sculture fluide del giardino della Reggia di Venaria a In limine, l’albero in bronzo con base in marmo posto di fronte alla Gam. Il materiale cartaceo sarà conservato presso il Crri, il Centro internazionale di ricerche del Castello.

La donazione non rappresenta inoltre un episodio isolato, ma il terzo momento di un percorso iniziato con la scorsa estate con le donazioni al Philadelphia Museum of Art (309 opere su carta e 5 libri d’artista in edizione limitata) e al Centre Pompidou di Parigi (che ha ricevuto 350 opere su carta). Le istituzioni ricambieranno l’importante e generosa concessione con l’esposizione del prezioso materiale nel corso del 2022. Il CRRI del Castello di Rivoli, in particolare, editerà un volume concepito in collaborazione con Penone per documentare le sue opere pubbliche collocate all’aperto, a partire dalla serie dedicata alle Alpi Marittime del 1968.

Significa qualcosa quando uno tra i più grandi artisti del mondo decide di donare un eccezionale corpus di opere a tre grandi musei pubblici. È un’investitura e un atto di fiducia nella capacità delle istituzioni pubbliche di reggere alle crisi momentanee e alle intemperie, e pertanto di durare nel tempo – un tempo molto più lungo di quello di una sola vita.

Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli

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