In attesa della riapertura al pubblico, Palazzo Grassi – Punta della Dogana, da venerdì 5 febbraio a mercoledì 10 febbraio 2021, presenta il nuovo progetto digitale tra arte e letteratura Masterset Stories. Racconti in tre righe, realizzato in collaborazione con Marsilio Editori, Venezia, in occasione della mostra dedicata a Henri Cartier-Bresson.
La mostra Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu che aveva inaugurato lo scorso luglio e che si è vista presto chiuse le porte, riaprirà al pubblico giovedì 11 febbraio. Il progetto della mostra, ideato e coordinato da Matthieu Humery, mette a confronto lo sguardo di cinque curatori sull’opera di Cartier-Bresson (1908 – 2004), e in particolare sulla Master Collection, una selezione di 385 immagini che l’artista ha individuato agli inizi degli anni Settanta, su invito dei suoi amici collezionisti Jean e Dominique de Menil, come le più significative della sua opera.
Intanto, attendendone la riapertura, Palazzo Grassi – Punta della Dogana ha pensato a un progetto digitale tra arte e letteratura, Masterset Stories. Racconti in tre righe: sei autrici italiane – Annalisa De Simone, Federica Sgaggio, Gaja Cenciarelli, Elisa Fuksas, Ginevra Lamberti e Chiara Valerio -, seguendo le orme dei cinque curatori, hanno scelto un’immagine all’interno della Master Collection di Cartier-Bresson. Lasciandosi ispirare dall’immagine selezionata, ogni autrice ha costruito una storia in tre righe, secondo la celebre formula del “Romanzo in tre righe” ideata nel 1906 dall’autore francese Félix Féneon: una riga per l’ambiente, una riga per la cronaca più o meno nera e una riga per l’epilogo.
“Le Grand Jeu” dunque continua in forme molteplici, dimostrando come l’opera di un grande maestro come Cartier-Bresson possa essere restituita attraverso linguaggi completamente differenti, rendendo l’esperienza di un progetto espositivo preziosa e unica in ogni nuova occasione.
I sei contribuiti delle autrici saranno presentati ogni giorno, nell’arco di tutta la settimana, sui canali Instagram e Facebook e sul sito di Palazzo Grassi. Il pubblico è invitato a fare lo stesso e, se lo desidera, a condividere il proprio contributo nei commenti sulle pagine social.
Il primo è quello di Gaja Cenciarelli, che ispiratasi allo scatto di Henri Cartier-Bresson Samuel Beckett, Paris, France (1964), scrive: «Non c’è vita tra questi arbusti, questa terra che ha rinnegato la pienezza delle ombre non ha il vigore del significato. Ciò che vedono i miei occhi è il caos di un verbo irresoluto; il mio è un cuore troppo bianco in attesa ostinata della parola che salva: io la aspetto, e fallisco. Quello che tutti chiamano amore non è che esilio».