La Modella di Klimt, il romanzo di Gabriele Dadati all’inseguimento di un capolavoro tra storia e immaginazione
Chi è la donna dipinta da Gustav Klimt nell’enigmantico quadro della Galleria Ricci Oddi? Nel romanzo La Modella di Klimt, Gabriele Dadati ci porta in un viaggio tra Vienna e Piacenza sulle orme di questo mistero della Storia dell’arte.
Piacenza, 10 dicembre 2019: mistero alla Galleria Ricci Oddi, riappare un quadro di Klimt scomparso molti anni prima, precisamente nel 1997. E con “scomparso” si intende “rubato”.
Il quadro faceva parte delle collezioni della galleria piacentina fin dal giorno della sua inaugurazione, nel 1931, ma diventa realmente famoso solo nel 1996. Nella primavera di quell’anno uno studentessa dall’occhio attento, Claudia Maga, è in visita alla pinacoteca; di fronte all’opera di Klimt si accorge che quel volto è identico a quello di un’altra opera (“un’altra” solo all’apparenza però) esposta a Dresda nel 1912 – così è riportato nel volume dedicato a Klim dei Classici dell’Arte edito da Rizzoli che la studentessa porta con sé.
Grazie a questa brillante intuizione la storia di questo ritratto inzia a prendere forma: è un doppio quadro, dipinto due volte. Nella versione di Dresda la modella indossa un voluminoso cappello nero a tesa larga e una sciarpa, nella ridipintura successiva Klimt libera la sua protagonista da questi orpelli, ne scurisce i capelli e le fa indossare una leggera camiciola variopinta.
Nel febbraio del 1997 il furto. L’opera risulta volatilizzata. A Ventimiglia viene ritrovato un pacco indirizzato a Bettino Craxi, scappato in quegli anni a Hammamet, al suo interno c’era l’opera di Klimt! Ma era un falso. Seguono indagini, interrogatori, ritrovamenti fasulli, richieste di riscatto, false piste. Fino a quando nel dicembre 2019 avviene il ritrovamento della tela, un evento misterioso e pieno di zone d’ombre, tante quante quelle della sua scomparsa. Seguono altre indagini.
Da qui prende il via – a ritroso – La Modella di Klimt, il romanzo di Gabriele Dadati (L’ultima Notte di Antonio Canova, Nella Pietra e nel Sangue). Quando viene ritrovato il quadro del pittore viennese Dadati è impegnato nell’allestimento di una mostra dedicata a Stefano Fugazza, storico dell’arte, collezionista e direttore della Ricci Oddi dal 1993 fino al 2009 – nonché suo mentore. La notizia lascia tutti a bocca aperta, il mondo della cultura è in fermento: sarà vero? Un falso?
Un uomo misterioso contatta l’autore, ha una storia da raccontargli. Dal loro incontro nasce la cronaca riportata nel romanzo. Una vicenda che affonda le sue radici in una Vienna che impotente osserva il tramonto di un’epoca, dove – attraverso due guerre mondiali, tra arte, amori e tragedie – i grandi della Storia vivono a fianco dei dimenticati, quelli rimasti fuori dalle pagine dei libri.
A tutto ciò che è documentato l’autore affianca un contraltare di fantasia: c’è Klimt con i suoi gatti e le sue modelle, Emilie Flöge con il suo atelier, Vienna che – come nei grandi romanzi storici – ha un ruolo centrale al pari di un personaggio in carne ed ossa, c’è la seduzione della pittura e quella della carne, e poi c’è c’è il possibile, il verosimile.
Dadati, a poco meno di un anno dal miracoloso ritrovamento, crea così un istant book che unisce lo spirito post moderno all’amore per l’arte, dando vita a un libro che celebra il potere della fantasia, del romanticismo e della nostalgia.