Dopo la triste ma doverosa interruzione dovuta alla situazione pandemica, molti dei musei italiani riaprono le proprie sale con la speranza di continuare nella propria opera di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale. Alla Reggia di Venaria (Torino), fino al 2 maggio 2021 continua la mostra Paolo Pellegrin. Un’antologia dedicata al celebre fotografo italiano.
Paolo Pellegrin (classe 1964), unanimemente riconosciuto come uno dei maggiori fotoreporter di guerra, è un abile e intelligente cantore dei maggiori disastri e conflitti della nostra epoca: dalle rivoluzioni alle guerre alle catastrofi ambientali. Dopo aver studiato Architettura all’Università La Sapienza di Roma, si dedica allo studio della fotografia all’Istituto Italiano di Fotografia.
Tra il 1991 e il 2001, è rappresentato dall’Agenzia VU a Parigi; in seguito, dal 2001 si lega alla nota agenzia internazionale Magnum Photos e dal 2005 è membro effettivo della stessa. È stato insignito di numerosi premi, tra cui la Robert Capa Gold Medal (2006) e ben undici World Press Photo tra il 1995 e il 2018 e le sue opere sono state esposte in musei di tutto il mondo: dal San Francisco Museum of Modern Art al MAXXI di Roma.
La mostra torinese, ideata su progetto di Germano Celant e a cura di Annalisa D’Angelo per la Reggia di Venaria, espone, nelle Sale delle Arti, oltre 200 fotografie: scatti, sulle note del nero e dal grigio, in cui uomini, animali o macchinari dominano su uno sfondo naturale, facendosi portatori espressivi delle sventure attuali e della impellente necessità di prenderne consapevolezza e risolverle.
Una sezione della mostra è dedicata a un personale e inedito racconto di Pellegrin: le fotografie realizzate in Svizzera con la propria famiglia durante il periodo della quarantena per il lockdown del coronavirus.
Il catalogo dell’esposizione (edizione limitata in 1000 copie numerate), a cura di Germano Celant, raccoglie oltre 1000 immagini al fine di ricostruire il percorso creativo di Pellegrin: i personaggi e i temi da lui trattati.