“Da un’altra prospettiva”: il 7 febbraio dalla pagina instagram dell’exhibit designer Andrea Isola è nato un format che ha come focus l’allestimento analizzato da chi le mostre le crea, ci investe, le cura e le visita. Andrea ha intervistato 24 professionisti del mondo dell’arte tra direttori di fiere e musei, curatori, galleristi e giornalisti, rivolgendo a tutti la stessa domanda: “Sapresti indicarmi, tra le mostre che hai prodotto/curato/visitato quella in cui l’allestimento ha giocato un ruolo fondamentale e per quale motivo?” L’obbiettivo, come spiega Andrea, è quello di far emergere l’importanza che danno all’allestimento gli addetti al settore e sensibilizzare il pubblico su come il volto di una mostra possa cambiare a seconda delle scelte progettuali di allestimento che vengono fatte.
Il contributo #5 è di Arturo Galansino, direttore generale Fondazione Palazzo Strozzi, che ci racconta i retroscena di allestimento della mostra “Ai Weiwei. Libero” inaugurata a Settembre 2016 a Firenze.
“Per questa mostra, Ai Weiwei si è cimentato in una grande sfida, non solo culturale, ma anche tecnica. Si trattava infatti di portare grandi installazioni di arte contemporanea in un contesto fragile e complesso com’è Palazzo Strozzi. Ai Weiwei si è dimostrato estremamente elastico nel capire e interpretare gli spazi, dimostrando così la sua lunga esperienza di architetto e artista.
È stato lui a decidere di lasciare le stanze quasi nude: il cotto che caratterizza tutto il piano nobile è rimasto scoperto, le finestre sono state lasciate aperte per far entrare tutta la luce naturale e in alcune pareti, le carte da parati – vere e proprie opere d’arte – sono riuscite ad animare lo spazio con un intervento minimo. Grazie al contemporaneo, per la prima volta dopo decenni, è stata messa in risalto l’architettura del Palazzo, facendo notare dettagli altrimenti nascosti dagli allestimenti.
Per la facciata l’approccio è stato più radicale, con i ventidue gommoni che compongono “Reframe”. L’opera si è impadronita di due lati della facciata, creando una nuova e discussa cornice, carica di significato.” (Arturo Galansino)
ANDREA ISOLA:
Interessante – come ci spiega il Direttore – il differente approccio che si è voluto ottenere tra interno ed esterno del palazzo rinascimentale e la delicatezza e il rispetto del progetto nel cuore delle sale espositive. Le carte da parati non risultano invasive, anzi, mettono ancor di più in risalto i dettagli stilistici e architettonici della location, dalle porte alle volte nel soffitto.
Ringrazio Arturo per la disponibilità e per averci voluto lasciare questa testimonianza.
Ciò che cerco di portare con questi contributi, sono i ragionamenti che di solito rimangono tra le righe di tante email, tra le parole di tante telefonate e riunioni e di cui, noi visitatori, possiamo apprezzare solo il risultato finale.