Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma Onofri espone una serie di immagini di inquietanti spazi deserti della Capitale
Nell’aprile 2020, in pieno lockdown, la direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma Cristiana Collu incarica un artista fotografo di uscire dalla clausura obbligatoria e andare in giro per la Capitale, munito di regolare permesso, per fotografarne gli spazi deserti. È questo l’antefatto di Roma città chiusa, la mostra personale di Anton Giulio Onofri che si inaugura domani lunedì 8 marzo – fino al 2 aprile – nel museo di Valle Giulia.
Il primo episodio, destinato a essere pubblicato sul sito del museo, riscuote infatti un grande successo, finendo su quotidiani e televisioni. Tanto da incoraggiare altre incursioni in altri quartieri di Roma, lontani dalle piazze del centro: Portaportese, il Pigneto, Testaccio, l’Eur. Gli episodi del ciclo diventano così 5, ai quali se ne aggiungono altri tre, dedicati ad aree urbane vicino e oltre il Raccordo Anulare: Tor Bella Monaca, Corviale e Ostia.
Il racconto fotografico si snoda quindi in otto episodi complessivi, 175 immagini alle quali lo stesso Onofri abbina il proprio diario di viaggio. Dove descrive “l’ebbrezza del privilegio ma anche la singolare inquietudine di poter contemplare una bellezza tanto inedita”, commenta lui. La mostra, che simbolicamente prende il via esattamente un anno dopo dall’inizio del lockdown del marzo 2020, espone ventidue scatti selezionati dalla serie completa. Stampati su grande formato e in tiratura limitata.
Nato a Roma nel 1959, Anton Giulio Onofri – titolare anche di una rubrica su ArtsLife – è stato negli anni ’90 autore e regista per Rai e Mediaset di alcune trasmissioni televisive culturali d (A tutto volume, L’Angelo, Le Notti dell’Angelo, Onda anomala, Cenerentola). Ha pubblicato il romanzo Lo splendore e la scimmia (2013) e La prima estate e altri racconti (2019). Nel 2019 ha partecipato con le sue fotografie alla mostra Ritratto di famiglia (Roma, Galleria Nazionale).