50 – Santarcangelo Festival, la storia del festival raccontata attraverso la voce dei suoi protagonisti. Il documentario in esclusiva su #IorestoinSALA
1971, nasce il Santarcangelo Festival. Oggi, a 50 di distanza, è la più longeva manifestazione italiana dedicata al teatro. Presentato nell’ambito delle Giornata degli Autori (Mostra del Cinema di Venezia 2020), 50 – Santarcangelo Festival – il nuovo documentario della premiata coppia di autori bolognesi, Michele Mellara e Alessandro Rossi – debutta come evento speciale (in esclusiva) sulla piattaforma #IorestoinSALA il 15, 16 e 17 marzo, distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection in collaborazione con Sky Arte.
Un documentario che racconti 50 anni di Festival è un’impresa complessa: centinaia di spettacoli, compagnie, parole, incontri, passioni, delusioni e tempeste. Dal teatro politico/popolare dei primi anni ’70 al teatro delle compagnie e al Terzo Teatro degli anni ’80, dal teatro dell’attore al teatro della performance, e infine al Festival senza teatro: il festival delle arti. Santarcangelo è uno specchio fedele delle tendenze dell’arte performativa del nostro paese, di quanto siano cambiate negli anni, e con loro l’idea stessa di cultura, rappresentazione, evento pubblico.
Un racconto che attraverso i materiali d’archivio e la voce di direttori artistici, attori, critici e pubblico, documenta l’importante esperienza teatrale santarcangiolese e una parte fondamentale della storia del teatro italiano degli ultimi cinquant’anni, intrecciando le dinamiche teatrali con la storia culturale, sociale e politica dell’Italia.Si potranno vedere i contributi delle diverse direzioni artistiche che si sono succedute nella conduzione del festival. Un racconto che va dal teatro politico degli anni ’70 con Piero Patino, primo direttore di Santarcangelo, alla svolta radicale impressa da Roberto Bacci con il teatro di gruppo o il Terzo Teatro; dalle edizioni a fine anni ‘80 legate al teatro indipendente di Antonio Attisani, al teatro d’attore di Leo De Berardinis, fino ad arrivare a Silvio Castiglioni in co direzione con Massimo Marino, e al teatro contemporaneo, il teatro che si trasforma in performance, il teatro come arte della scena in senso lato, installazione acustico visiva.
In questo spazio danno segno della loro esistenza artisti e gruppi di notevole importanza; tra questi Motus, Societas Raffaello Sanzio, Kinkaleri, Teatro delle Albe, Teatro Valdoca, Teatri Uniti e Virgilio Sieni.
Le voci dei protagonisti d’allora sono tratte da vari repertori d’epoca, tra cui l’archivio della Cineteca di Bologna, Rai Teche, Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, gli archivi di Santarcangelo Festival, l’archivio di Mario Martone, del Teatro Valdoca, e tanti altri. Ne risulta una sorta di collage di immagini e musica, di suoni e parole poetiche, di volti e brevi racconti del quotidiano, che nell’insieme restituiscono quello che il festival ha lasciato nell’immaginario visivo degli ultimi 50 anni.
«Noi lavoriamo sui collage, sugli accostamenti emotivi, a volte pop a volte classici, di immagini e musica, di suoni e parole poetiche, di volti e brevi racconti del quotidiano – racconta la coppia di registi – I luoghi parlano assieme alle persone e agli archivi. Santarcangelo Festival è un affresco iniziato cinquant’anni fa che abbiamo sottoposto a verifica cinematografica in questo suo importante compleanno affinché l’affresco – di una città, di una comunità, di un ideale – continui a vivere negli anni. Il teatro è il demone sepolto di ogni civiltà».
Michele Mellara e Alessandro Rossi sono autori eclettici che spaziano dal teatro al documentario (Le vie dei farmaci; Vivere, che rischio), dell’arte e della musica.