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Parole, linee, pali e spazi. Il vocabolario concettuale di Peter Downsbrough a Milano

Loom Gallery, Peter Downsbrough, Four Walls – One Room

Loom Gallery dedica la nuova mostra Four Walls – One Room a Peter Downsbrough. Artista americano che si muove tra l’arte minimale e quella concettuale, con opere che affrontano la complessa relazione tra architettura, tipografia e linguistica. La mostra è visitabile fino al 23 aprile 2021, in via Lazzaretto, Milano.

Peter Downsbrough (1940, New Brunswick, N.J.) è artista versatile. Dopo essersi inizialmente dedicato allo studio dell’architettura, Downsbrough ha iniziato a produrre opere scultoree, opere su carta, fotografie, film e libri. Il suo lavoro si è da subito caratterizzato per un’estetica essenziale, pulita e geometrica, di gesti silenziosi nello spazio. Al centro della sua opera troviamo l’indagine sul luogo e il rapporto dello spettatore con l’ambiente architettonico. Linee scure collocate nello spazio dividono, oscurano o abbracciano l’arsenale di parole selezionato da Downsbrough: congiunzioni e avverbi di luogo come “qui” e “lì”. È quanto si ritrova nelle opere in mostra nel grande spazio della galleria milanese.


Two Pipes (quando posizionate all’esterno) e Two Poles Dowels (quando installate all’interno) sono le versioni scultoree delle Two Lines che indicano lo spazio e il riferimento a un possibile luogo dove l’opera si potrebbe installare o immaginare. In realtà il lavoro di Peter Downsbrough nasce da quegli stessi indicatori di posizione: il riferimento allo spazio è l’opera, anzi l’opera è lo spazio, ribaltando la percezione.

Peter Downsbrough | Two Poles, 1974, Segrate, Milano Published in: Two Pipes, Two Lines Studio International, London (GB) Volume 188, Number 971, November 1974, pp.177-180

Come altri artisti concettuali del periodo che non creavano opere ma si limitavano a descriverle solamente, Downsbrough indica la posizione che si potrebbe occupare, suggerisce delle indicazioni e costringe a scegliere: This or that? Here or there? As, And, Then. Così come citano anche i suoi testi, sempre con lo stesso rigoroso font, pulito e lineare. A noi spetta la scelta di capire, o voler capire: d’altronde per cogliere il mondo intorno, ciascuno deve sapersi situare e ritrovare.

Peter Downsbrough ha iniziato la sua ricerca a New York agli inizi degli anni ‘60 e le sue Notes on Location da allora sono divenute storia.

 Peter Downsbrough dopo diversi anni di lavoro e di sperimentazioni sui materiali, tra cui cartone, legno, acciaio, piombo e tubi al neon, nel 1970 inizia la sua ricerca con Two Pipes, Two Lines, Two Poles Dowels, riassunte nel suo primo libro d’artista Notes on Location (1972). Nello stesso periodo inizia a scattare fotografie da diverse angolazioni e distanze, riprendendo “tagli” che già esistono nel paesaggio urbano. Alla fine degli anni ‘70 risalgono il primo lavoro audio, FROM, pubblicato come vinile nel 1982, e una serie di lavori realizzati con i dadi.

Nel 1980 proietta sulla Spectacolor Board di Times Square a New York uno spot di 30 secondi che appare una volta ogni ora e lo documenta in un cortometraggio dal titolo “7 come 11”. Negli stessi anni inizia a spedire cartoline con due linee che tagliano i paesaggi, completate successivamente dall’utilizzo di parole. Il lavoro con le maquette come mezzo per esplorare lo spazio e la struttura inizia intorno al 1983, mentre dalla fine degli anni ’80 iniziano le opere pubbliche su commissione e i Wall Pieces e i Room Pieces. A Rennes, nel 1990, realizza UNITE/ DE, LA, la sua prima opera pubblica su commissione.

Peter Downsbrough, AND, ET, …, Room piece, 2018 Aluminum pipes (3, painted black), tape and adhesive letters (AND, ET/ AND, HERE, AND – ET, LA, ET) Interface, Dijon, 15 September – 3 November 2018 Photograph Augustin Dupuid © Peter Downsbrough& Artists Rights Society (ARS) New York

Informazioni

LOOM GALLERY

VIA LAZZARETTO, 15
20124 MILANO IT

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