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Il mondo digitale di Decentraland. Un invito a esplorare l’ignoto per ripensare il presente

Travel Diary, installation view Courtesy Snark.art e Decentraland Travel Diary, installation view Courtesy Snark.art e Decentraland
Travel Diary, installation view Courtesy Snark.art e Decentraland
Travel Diary, installation view
Courtesy Snark.art e Decentraland

È pratica recente, nuova e rivoluzionaria quella della crypto art. E ora, la piattaforma newyorkese Snark.art promuove la prima mostra digitale, fruibile esclusivamente nel mondo virtuale di Decentraland, curata da Sonia Belfiore. Dal titolo Travel diary, la mostra è un diario di bordo, un invito a esplorare l’ignoto per ripensare il presente, attraverso la creatività digitale di otto artisti.

In un presente caratterizzato dall’impossibilità di soddisfare il nostro bisogno e desiderio di viaggiare, Travel diary offre una possibilità di fuga ed esplorazione. Otto artisti si servono della crypto art per intraprendere un viaggio che cerchi di svelare città, paesaggi, storie, simboli e miti, ripensandone la natura storica, sociale ed estetica, per ridefinirne la posizione nel presente. Attraverso diverse pratiche e narrazioni, gli artisti danno vita a spazi immaginativi che indagano ciò che è al contempo misterioso e quotidiano. Tutto questo nel mondo virtuale di Decentraland, dove si propongono lavori inediti realizzati in nuovi formati, estranei fino a ieri al tradizionale mondo dell’arte, quali il JPG, GIF, MP4.

Travel Diary, installation view Courtesy Snark.art e Decentraland
Travel Diary, installation view
Courtesy Snark.art e Decentraland

In Travel diary puoi vivere un viaggio voyeuristico che si dirama attraverso luoghi enigmatici, ma familiari. L’indagine di luoghi dimenticati e scomparsi è parte integrante della poetica di Nicola Baratto e Yiannis Mouravas (GR), un duo artistico che opera attraverso una ricerca multidisciplinare che fonde storia, mitologia e immaginario collettivo. Esplorando le profondità del mare alla ricerca dell’isola perduta Antilla, gli artisti restituiscono attraverso i loro lavori la magia e l’ignoto del loro viaggio.

Il fascino di Giulia Furlan per le trasformazioni naturali dà origine a un’estetica surreale. Per questa mostra, la pittrice mette in scena una breve animazione che suggerisce un misterioso processo di ibridazione in cui due personaggi onirici danzano e si intrecciano intimamente, fino a fondersi in un’unica entità liquida. L’interesse per la natura accomuna anche la ricerca dell’artista Alessandro Manfrin che nei suoi progetti trasforma elementi urbani in organismi brulicanti. Il video e gli still life che l’artista presenta sono il frutto di ricerche che Manfrin compie in ambienti metropolitani da cui parte per rivelarne gli aspetti vibranti, in cui la natura prende il sopravvento.

Travel Diary, installation view Courtesy Snark.art e Decentraland
Travel Diary, installation view
Courtesy Snark.art e Decentraland

Il lavoro di Matteo Pizzolante schiude una prospettiva storica sul viaggio, analizzato attraverso la frammentazione e la ricostruzione in 3D di spazi domestici e urbani. Nel video Grey Matter l’artista accompagna lo spettatore alla scoperta della storia recente, rimettendo in scena momenti salienti di cronaca italiana.

Luca Staccioli concepisce le sue opere come una costellazione di narrazioni che mettono in discussione valori prestabiliti e l’immaginario collettivo standardizzato. Le sue opere esplorano archeologie del presente attraverso una peculiare stratificazione di microstorie, ricordi, oggetti quotidiani e immagini prese dal web. L’artista crea viaggi virtuali in cui presenta la frammentarietà della contemporaneità.

Nella serie Logoratio, Francesco Tagliavia prende in prestito tratti riconoscibili ripresi da marchi famosi per trasfigurarne il significato. Le ibridazioni create dall’artista, uniche ma familiari, innescano in chi le osserva dei cortocircuiti di significato capaci di restituire un’ironica, quanto sottile, chiave di lettura del contemporaneo. L’ironia caratterizza anche la pratica di Luisa Turuani, in cui ridicolo e grottesco, inquietante ed attraente si fondono insieme per creare un immaginario tanto distopico quanto verosimile. Attraverso un vocabolario di pixel e sintetizzazioni audio, l’artista offre una prospettiva tagliente con cui analizzare il presente.

Nicola Baratto e YiannisMouravas, installationview CourtesySnark.art e Decentraland
Nicola Baratto e YiannisMouravas, installationview
CourtesySnark.art e Decentraland

Occorre ormai riconoscere la crypto art come definitivamente dentro al mercato dell’arte, visti i recenti record di vendita per opere digitali. A permetterlo è la tecnologia blockchain, che permette infatti di stabilire la proprietà dei beni digitali. Essa è costituita su una serie di “blocks” che contengono e descrivono le transazioni di rete o trasferimenti di proprietà. Questa tecnologia permette agli artisti di usare i canali di distribuzione, potenzialmente infiniti, di internet e allo stesso tempo proteggere il loro lavoro, il loro reddito e il loro copyright. L’opera di crypto art è chiamata NFT, non-fungible token, ossia una serie di codici crittografici non intercambiabili in grado di rappresentare un bene unico. Di fronte all’infinita riproducibilità dei contenuti digitali, gli NFT equivalgono alla firma d’artista.

E ora clicca qui per goderti la mostra

Luca Staccioli, installationview CourtesySnark.art e Decentraland
Luca Staccioli, installationview
CourtesySnark.art e Decentraland

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