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È Raffaello. Nuovi studi confermano l’attribuzione del Putto dell’Accademia di San Luca

Particolare del Putto reggifestone dell'Accademia di San Luca Particolare del Putto reggifestone dell'Accademia di San Luca
Particolare del Putto reggifestone dell'Accademia di San Luca
Particolare del Putto reggifestone dell’Accademia di San Luca

Qualità pittorica e affinità stilistiche sembrano assegnare definitivamente il Putto reggifestone alla firma dell’urbinate

Il più bel disegno e il più bel colore riuniti“. Questo pare esclamasse nel 1858 il pittore francese Gustave Moreau davanti a questa opera, che da decenni divide la comunità scientifica circa l’attribuzione. Ora però arriva un progetto di studio, ricerca e conservazione che potrebbe mettere la parola fine sulle diatribe attorno al Putto reggifestone donato nel 1834 all’Accademia di San Luca dal pittore, mercante e artista Jean Baptiste Wicar. La campagna appena conclusa, finanziata dai Mecenati della Galleria Borghese – Roman Heritage Onlus, assegna infatti la paternità a Raffaello. Per alcuni è un po’ la scoperta dell’uovo di Colombo, visto che l’attribuzione all’urbinate era largamente prevalente: ma non era supportata da dati scientifici e da ricerche approfondite. Del resto, lo studio venne lanciato proprio in occasione del quinto centenario della morte del Sanzio (1483-1520).

Il frammento pittorico – puntualizza una nota dell’associazione di mecenati – “è risultato per molti aspetti sovrapponibile a una delle due figure che affiancano il Profeta Isaia realizzato dal Sanzio nel 1513 circa nella chiesa di Sant’Agostino a Roma. Pico Cellini sostenne fermamente l’autografia, ricollegandosi anche alla testimonianza di Giorgio Vasari, che narra di una prima versione dell’Isaia che Raffaello avrebbe eseguito e poco dopo distrutto”.

 

Il Putto reggifestone dell'Accademia di San Luca
Il Putto reggifestone dell’Accademia di San Luca

Per anni molti hanno sostenuto che il brano di affresco staccato fosse un falso ottocentesco, magari dipinto dallo stesso donatore, Wicar. Ma l’esito della pulitura del Putto conferma ora “una qualità pittorica straordinaria, del tutto compatibile con la tecnica utilizzata da Raffaello nelle sue opere certe“. Dato, questo, suffragato dalle indagini diagnostiche e chimiche, condotte da un team interdisciplinare di specialisti. Comprendente, fra gli altri, l’ingegnere nucleare Claudio Falcucci e Paolo Violini, del laboratorio di restauro dei Musei Vaticani.

https://www.accademiasanluca.eu

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