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Guida agli NFT: rivoluzione o bolla speculativa?

Nyan Cat, la gif Nyan Cat, la gif
Beeple, Everydays: The First 5000 Days (2021)
Beeple, Everydays: The First 5000 Days (2021)

La cosiddetta “NFT Mania” si è fatta spazio nel mondo dell’arte diventando globale. Ma cosa sono gli NFT? Dopo la vendita record dell’opera digitale firmata Beeple in NFT presso Christie’s, conoscere tale fenomeno appare di cruciale importanza.

NFT è l’acronimo di Non-Fungible Token, letteralmente “gettone non fungibile”. Gli NFT sono impiegati nel mondo dell’arte per certificare contenuti e opere d’arte digitali. Il loro mercato è in crescita esponenziale dallo scorso anno: è passato da un turnover di 41 milioni di dollari nel 2018 a 338 milioni due anni dopo, come conferma il report di NonFungible.com e da L’Atelier, società di ricerca facente capo a BNP Paribas.

Osservando il trend di quest’anno, il valore del mercato degli NFT salirà notevolmente. Il fondatore di Paypal ha investito nello scambio di NFT e anche Elon Musk ha messo in vendita il codice NFT di una canzone che parla di NFT. Poi è stato il turno dell’NBA e Twitter.

Gli NFT si configurano come una firma digitale, che assicura l’autenticità del bene: secondo l’opinione di molti, vale più di una firma su un dipinto, che può essere facilmente imitata.

Fungibilità o non fungibilità? Questo è il dilemma

Per comprendere il significato di non fungibilità è opportuno conoscere quello del suo contrario. La fungibilità è la capacità di una risorsa di essere scambiata o sostituita con risorse simili e che abbiano lo stesso valore. I beni fungibili sono beni intercambiabili. Un esempio calzante è la moneta: una banconota da cinque euro equivale a cinque monete da un euro. Anche i Bitcoin, una cripto-valuta, sono intercambiabili.

Per i beni o assets non fungibili, il discorso è ribaltato: ognuno di loro è unico e insostituibile. Allo stesso modo, la Notte Stellata di van Gogh non può essere sostituita con un suo poster acquistato al negozio di souvenir del Musée d’Orsay poiché non ha lo stesso valore.

Un NFT appare come un codice, una sequenza di numeri e lettere. È immagazzinato in un “blockchain ledger”, letteralmente “registro della catena di blocchi”. Questa struttura di dati, condivisa ma immutabile, è un sistema di controllo che contiene informazioni in merito a chi possiede quel bene digitale, chi lo ha venduto e quando. La blockchain tiene quindi traccia della storia di un file e, ora come ora, quella più associata agli NFT è Ethereum.

Così, come un codice fiscale, all’interno del NFT sono criptate tutte le proprietà del bene a cui esso si riferisce. Il ruolo degli NFT è quello di fornire un certificato digitale di autenticità: tutto ciò che viene venduto per mezzo di questo codice è irriproducibile e impossibile da modificare. Non è quindi possibile scambiare un NFT con qualcosa di simile poiché non esiste qualcosa al mondo che gli somigli.

Il primo tweet su Twitter, a opera di Jack Dorsey. Venduto in NFT
Il primo tweet su Twitter, a opera di Jack Dorsey. Venduto con codice NFT per 2,5 milioni di dollari

Dai crypto-gattini a Christie’s

Fun fact: una delle prime applicazioni degli NFT è avvenuta con il gioco digitale CryptoKitties. Nato nel 2017, gli utenti potevano comprare, commerciare e allevare gatti digitali, di cui ognuno possedeva un NFT. Il valore di alcuni di questi gattini era superiore ai 150 mila dollari. Da quel momento, gli NFT sono stati utilizzati nei video games, nell’arte digitale e nei memorabilia legati allo sport.

In merito a questi ultimi, ne è un esempio l’NBA Top Shot, che permette agli utenti di costruire una collezione autentica di video o immagini in edizione limitata legati al basket. Dall’ottobre 2020, le vendite dell’NBA Top Shot hanno oltrepassato i $338 milioni, contribuendo ampiamente alla diffusione dei Non-Fungible Token.

Gli NFT possono assumere un qualsiasi formato digitale: tweet, gif, canzoni ecc. Per esempio, il primo tweet mai esistito è quello scritto dal fondatore della piattaforma stessa, Jack Dorsey. Vale due milioni e mezzo di dollari e si presenta nella sua versione unica e certificata tramite un codice NFT.

Ancora, il meme Nyan Cat, un gatto che lascia una scia arcobaleno, è stato venduto online per circa 580mila dollari.

Tuttavia, nulla vieta che anche un bene fisico – che sia un’opera d’arte o una macchina – venga corredato di un codice NFT, anzi, è una delle sue probabili applicazioni future.

Nel mondo dell’arte, quello che fa dubitare del valore di tali risorse è il fatto che l’unico modo per visualizzarle sia attraverso lo schermo di un computer, senza mai poterle toccare fisicamente.

Eppure, a riprova della loro validità, Christie’s ha concluso l’asta di inizio marzo 2021 con la vendita della sua prima opera digitale in NFT. L’opera “Everydays – The First 5000 Days,” in formato JPEG e a opera di Beeple, ha raggiunto un prezzo record, fissando a $69.346.250 il terzo prezzo più alto mai speso per un artista vivente all’asta.

Nyan Cat, la gif
Nyan Cat, la gif venduta con certificato NFT per circa 580mila dollari

Una ulteriore preoccupazione è che non è possibile identificare il primissimo venditore dell’opera come il creatore originale di essa, soprattutto se anonimo. Potenzialmente, chiunque potrebbe creare un Token non fungibile e dichiararsi come l’artefice dell’opera a cui esso fa riferimento.

Un elemento a favore degli NFT, tra i tanti, è la possibilità di frazionare la proprietà di un’opera, consentendo una divisione in quote e una democratizzazione dell’acquisto di opere d’arte, spesse volte molto costose. Per gli artisti, questa tecnologia consente di ricevere una commissione tra il 3 e il 15% ogni volta che viene effettuata la vendita.

In attesa di comprendere il futuro orientamento del mercato, vari critici hanno avanzato l’ipotesi che la “NFT Mania” possa essere una semplice bolla speculativa in divenire, altri lo considerano una reale opportunità di investimento di mercato. Sicuramente, gli NFT permettono di dare valore e unicità a un contenuto digitale che altrimenti potrebbe essere copiato e “spammato”.

Beeple. Un dettaglio di "Everydays: The First 5000 Days”
Beeple. Un dettaglio di “Everydays: The First 5000 Days”

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