L’ecomuseo di Cannes è il primo museo sottomarino di Francia. A impreziosirlo sono le opere di Jason deCaires Taylor, il quale si è ispirato alla Maschera di Ferro di Alexander Dumas per la realizzazione delle sculture.
A una manciata di minuti dal glamour internazionale della Croisette, le Isole di Lérins (Sainte Margherite e St Honorat) offrono un’oasi di serenità, meditazione e spiritualità. Da pochi giorni c’è un motivo in più per prendere il traghetto e recarsi, sono pochi minuti, nel luogo dove è stato inaugurato l’ecomuseo sottomarino di Cannes.
Non si paga il biglietto per entrare, in compenso, per raggiungerlo, servono, oltre a una certa dimestichezza con l’acqua, pinne, maschera e boccaglio. Solo così attrezzati si potranno ammirare le sei statue realizzate da Jason deCaires Taylor (1974), artista britannico noto in tutto il mondo per il suo impegno sociale e ambientale. Le sue opere (indicate dalla rivista National Geographic come una delle 25 meraviglie del mondo) popolano le acque di Lanzarote, del Tamigi, delle Bahamas, Cancún, Oslo, Grenada.
Fortemente voluto dal sindaco della città di Cannes David Lisnard, “L’opera di Jason deCaires Taylor- dice – è un’opera forte, artistica ed ecologica, immersa in un contesto ambientale prezioso, in cui i fondali marini sono stati recuperati e sono ormai protetti”, l’originale progetto ha coinvolto lo scultore con l’obiettivo di riqualificare un tratto di mare degradato ed eccessivamente antropizzato. Un’idea nata durante l’estate del 2018, in occasione di una retrospettiva delle sue opere al Museo del Mare di St Marguerite.
Jason deCaires Taylor in quell’occasione aveva installato un atelier temporaneo presso il Forte dell’isola, dove realizzò 45 calchi di visi di persone che si possono incontrare per le vie della città del cinema, da Anouk che ha 7 anni al pescatore Maurice di quasi 80, così che un forte legame unisce luoghi ed opere.
L’ecomuseo sottomarino si trova ad una distanza di pochi metri dalla riva, a una profondità variabile da 3 a 5 metri. Il tema del progetto non poteva essere che la maschera, soggetto che rimanda al misterioso personaggio rinchiuso a fine ‘600 nel Forte dell’isola. Le Maschere sono alte circa due metri, pesano ognuna 10 tonnellate e sono ancorate al fondale tramite una colata di calcestruzzo nautico e pietre.
Non hanno solo una funzione artistica in quanto sono parte di un vero e proprio esperimento di ecologia marina. Realizzate in materiale ecologico con PH neutro, hanno una superficie rugosa ricca di anfratti, nel tempo diverranno rifugio di pesci, alghe e molluschi, contribuendo così a ripopolare il tratto di mare in cui si trovano, libero da natanti ed esclusivamente riservato alla balneazione (l’area è stata ampliata ed estesa a 29.000 mq.).
St Marguerite è divenuta famosa per la leggenda della Maschera di Ferro, raccontata da Alexandre Dumas nel romanzo Il Visconte di Bragelonne. La vicenda vuole che nel Fort Royal, fatto costruire da Richelieu e completato da Vauban, sia stato imprigionato il fratello gemello di Luigi XIV. Un segreto mai completamente svelato.
Una volta scesi sull’isola, può essere interessante scoprire anche le opere di Jean Le Gac (Alés 1936), esponente di spicco della Nouvelle Figuration, che qualche anno fa si fece prigioniero volontario del Forte per inseguire con la fantasia e raffigurare sulle pareti delle celle attigue a quella della Maschera di Ferro le vicende dei prigionieri arabi. Mito, storia, oscuri intrighi del secolo feroce immortalato da Voltaire catturano il visitatore, ma qui è la natura a prendere il sopravvento: si attraversa il grande giardino fitto di erbe profumate, si percorre la Route du Centre o sul mare lo Chemin de Ceinture, si respira l’aspro profumo del salino.
Sainte Marguerite, al di là delle suggestioni artistiche, storiche e mitiche (si racconta che Onorato e sua sorella Margherita abbiano combattuto in queste isole contro un terribile drago), conserva la foresta del litorale più frequentata di Francia, un’oasi di verde raggiungibile da Cannes in 15 minuti di traversata.