No, Anita Ekberg in La dolce vita non dice in realtà “Marcello, come here”, bensì “Spaghetti carbonara: one, two, three!”. Ma perché Fellini imponeva ai suoi attori di recitare ricette di pasta al posto dei testi? In occasione del Carbonara Day 2021, il video di Arte in italiano.
Nato fumettista, in oltre quarant’anni di carriera Federico Fellini (Rimini, 1920 – Roma, 1993) si è affermato quale uno dei maggiori registi e sceneggiatori della storia. Il suo cinema, generato dal neo-realismo, è stato in grado di superare i canoni di quest’ultimo per inventare un’arte unica, personale, talvolta autobiografica o introspettiva. Definiva se stesso “un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo”.
Tante le curiosità sulla sua stravaganza. Tra tutte, si vocifera che spesso gli capitasse di completare la scrittura dei dialoghi dei suoi film una volta finite le riprese. Era piuttosto indifferente cosa dicessero gli attori mentre recitavano; priorità veniva data ai volti e alla loro espressività. Spesso, infatti, gli attori erano scelti casualmente, per strada, senza aver mai recitato prima.
Nella celeberrima scena di La dolce vita (1960) in cui Anita Ekberg entra vestita nella fontana di Trevi richiamando l’attenzione di Marcello Mastroianni, l’attrice non sta dicendo “Marcello, come here!”, bensì “Spaghetti carbonara: one, two, three!”.