Un percorso di ascensione che si sviluppa per i quattro piani dell’edificio. Building Milano presenta E T E R E, personale dell’artista e compositore Yuval Avital, a cura di Annette Hofmann (fino al 26 giugno). La mostra è stata concepita appositamente la galleria milanese e raccoglie oltre cento opere. Un racconto onirico scandito in quattro capitoli dove ogni spazio è pensato come un microcosmo che racchiude e rispecchia un ambiente definito, connesso agli altri secondo un percorso di ascensione. Un viaggio dentro la narrazione multidisciplinare dell’artista che corre sul filo dei concetti di identità/subconscio, oscurità/luce e amore/desiderio.
Yuval Avital è conosciuto per le sue grandi installazioni e per la creazione di complesse opere multimediali che sfidano le tradizionali categorie che separano le arti. Avvicinandosi anche alle pratiche dell’arte partecipativa, la sua ricerca comprende l’utilizzo di pittura, scultura, performance, video e fotografia, spesso in dialogo e connubio con la componente sonora. Il progetto di mostra E T E R E, così come tutte le opere su larga scala di Avital, si configura come un ambiente immersivo e totalizzante nel quale confluiscono linguaggi e strumenti espressivi differenti che spaziano dalle tecniche più tradizionali, fino a quelle più innovative e interdisciplinari come le creazioni “icono-sonore”, così definite dall’artista sin dall’inizio della sua ricerca.
L’incipit della mostra di Avital è la fiaba Il Cuore e la Fonte tratta dal Racconto dei sette mendicanti del Rabbino Nachman di Breslav1 di cui E T E R E è una trasposizione metaforica, dinamica e sensoriale che si snoda in un percorso espositivo articolato. Nel racconto del Rabbino Nachman, il mondo possiede un Cuore che arde di desiderio per la Fonte d’acqua che si trova all’altra estremità del creato. Anche la Fonte brama il Cuore, ma vivono lontani nel tempo e nello spazio senza possibilità di raggiungersi e senza smettere di desiderarsi. Ma, prima che il giorno finisca e che la Fonte si prosciughi e che, di conseguenza, il Cuore si spenga nel suo dolore mettendo fine anche alla vita del mondo, l’Uomo Giusto regala un nuovo giorno al Cuore, e il Cuore alla Fonte, così che possano rinascere insieme.
Come il Cuore del Mondo nella fiaba, l’Uomo nella visione dell’artista è un essere per sua natura incompleto, costantemente accompagnato da un sentimento di assenza che lo spinge a ricercare le sue parti mancanti nella realtà fisica, psichica e metafisica. Lungo il suo cammino, egli si imbatte in Angeli e Demoni, esperisce sia l’Amore sia il Lutto sia la Nostalgia, aspirando al Trascendentale e al Terreno Utopico. Il vuoto incolmabile presente tra l’Uomo e le Cose è il vettore di questo viaggio e costituisce l’essenza di E T E R E.