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Da Vasarely a Scanavino. Architetture astratte e visioni di tenebra nell’asta di International Art Sale

VICTOR VASARELY (Pécs, 1906 - Parigi, 1997) Gris - 2, 1948-62 VICTOR VASARELY (Pécs, 1906 - Parigi, 1997) Gris - 2, 1948-62
VICTOR VASARELY (Pécs, 1906 - Parigi, 1997) Gris - 2, 1948-62
VICTOR VASARELY (Pécs, 1906 – Parigi, 1997), Gris – 2, 1948-62
A Milano si assiste alle ultime aste dell’anno. Il 21 dicembre International Art Sale presenta l’incanto dedicato all’arte moderna e contemporanea. A guidarla un’architettura astratta di Victor Vasarely e un tenebroso Emilio Scanavino.

Il 2022 stilla i suoi ultimi giorni, gocce che a contatto con il mercato dell’arte diventano perle. Preziosità che si aggiungono a un anno da record. Ma prima di stilare bilanci manca di commentare gli ultimi incanti, quelli già esitati e quelli ancora in programma. É a Milano, in particolare, che il martello si solleva, pronto a proclamare le ultime aggiudicazioni.

Il campo è quello dell’arte moderna e contemporanea, con il capoluogo lombardo che il 21 dicembre ospita l’incanto di International Art Sale. Highlight che vedono Victor Vasarely autore del top lot della sessione. Il suo Gris-2 è un’architettura astratta stimata 70-120 mila euro. Un motivo plastico sedimentato negli anni e maturato una soluzione tutt’altro che casuale, come racconta lo stesso artista:

Il piccolo treno di Arpajon venne collegato al metro nel 1938 (…) e attraversava Arcueil dove abitai per più di trent’anni. Le interminabili banchine annesse alla stazione di Denfert-Rochereau sono rivestite da piastrelle bianche finemente fessurate. Aspettando il convoglio osservavo queste piastrelle di cui ciascuna aveva un disegno-craquelure semplice ma particolare. Era veramente il caso che le aveva inquadrate così perfettamente? Quando le fenditure erano orizzontali avevo l’impressione di curiosi paesaggi, quando queste erano verticali, di città bizzarre o di fantasmi. L’incubazione del motivo plastico fu lunga e fu soltanto verso il 1948 che rintracciai a memoria i miei primi disegni Denfert, per ricavarne in seguito un certo numero di grandi composizioni. Tra il sorgere di una sensazione plastica e la sua realizzazione potevano passare degli anni, ciò spiega perché le mie composizioni finali portano due date.

Segue un gessetto su carta nera dove si riconoscono gli omini tipici di Keith Haring, qui in un Senza titolo valutato 38-65 mila euro. Simili, ma diversi, ai personaggi stilizzati protagonisti dell’opera di Sebastian Matta: anche qui un Senza titolo, valutato 40-100 mila euro. Da segnalare un tenebroso Emilio Scanavino (Forma vegetale, stima 22-35 mila euro) e un altrettanto tormentato Senza titolo di Mario Schifano, uno smalto e acrilico su tela stimato 26-40 mila euro. Su un’analoga scia pop si muove Mitologia di Mimmo Rotella, un artypo su carta del 1965 dove si riconoscono frammenti di modernità, un automobile e delle valigie, che evocano un’atmosfera vacanziera eppure inquietante.

Il link al catalogo completo.

KEITH HARING (Reading, 1958 - New York, 1990) Senza titolo (Subway drawing), 1985
KEITH HARING (Reading, 1958 – New York, 1990), Senza titolo (Subway drawing), 1985
ROBERTO SEBASTIAN MATTA (Santiago del Cile, 1911 - Civitavecchia, 2002) Senza titolo, 1970-1974
ROBERTO SEBASTIAN MATTA (Santiago del Cile, 1911 – Civitavecchia, 2002), Senza titolo, 1970-1974
EMILIO SCANAVINO (Genova, 1922 - Milano, 1986) Forma vegetale, 1956
EMILIO SCANAVINO (Genova, 1922 – Milano, 1986), Forma vegetale, 1956
MARIO SCHIFANO (Homs, 1934 - Roma, 1998) Senza titolo, 1992
MARIO SCHIFANO (Homs, 1934 – Roma, 1998), Senza titolo, 1992
MIMMO ROTELLA (Catanzaro, 1918 - Milano, 2006) Mitologia, 1965
MIMMO ROTELLA (Catanzaro, 1918 – Milano, 2006), Mitologia, 1965

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