The Fungible Collection (12-14 aprile) è l’asta che ha segnato l’ingresso di Sotheby’s nel mondo NFT. Protagonista l’artista digitale anonimo Pak. La vendita, tenutasi sul marketplace online Nifty Gateway, ha raccolto in totale 16,8 milioni di dollari.
Il cuore dell’evento è stata la sezione Fungible Open Edition, di cui abbiamo parlato qui. Fungible Open Editions ha consentito infatti ai bidder di acquistare quanti più fungible cube – ovvero l’immagine digitale di un cubo bianco su sfondo nero – desideravano. Ogni fungible cube proposto da Pak era presentato alla cifra di partenza di $500 e poteva essere acquistato infinite volte nel corso della vendita. Queste opere potevano essere richieste singolarmente o in gruppo e hanno garantito tanti NFT (la firma digitale che garantisce l’unicità dell’opera) al collezionista quanti sono stati i cube acquistati.
Un NFT di un cubo costava quindi $ 500, un NFT di cinque costava $ 2.500 e così via, fino a un NFT di 1.000 cubi per $ 500.000. Circa 19.740 cubi sono stati venduti durante la finestra di vendita di 15 minuti del primo giorno, con un rendimento di 9,87 milioni di dollari.
Il secondo giorno, il prezzo per un singolo cubo è raddoppiato fino a $ 1.000; 3.268 i cubi venduti, con un rendimento di 3,3 milioni di dollari. Il terzo giorno il prezzo è salito a $ 1.500, con 593 vendite. In totale, dunque, 3.080 acquirenti unici hanno speso circa $ 14 milioni per 23.598 cubi.
Altre opere passate in asta non erano tecnicamente in vendita, ma garantite ai compratori che aveva acquistato più cube o conseguito altri risultati. The Cube (da non confondere con i cube precedenti) è stata consegnata al collezionista che ha acquistato il numero maggiore di cube entro la fine dei tre giorni di vendita. Allo stesso modo, un’opera chiamata Complexity, creata in un’edizione di 100 unita, è stata anche regalata a ciascuna delle 100 persone che avevano acquistato il maggior numero di cube.
Anche l’opera Equilibrium, in edizione di quattro, è stata assegnata secondo diversi criteri: una è andata al compratore in grado di risolvere un enigma; una al collezionista che più aveva speso per acquistare un qualsiasi lavoro di Pak sul mercato secondario (al di fuori, ovviamente, di questa vendita); una è stata poi assegnata al soggetto che, dopo aver pubblicato l’hashtag #PakWasHere, ha racconto le maggiori interazioni social; e una è andata infine a chi fosse riuscito a indovinare pubblicamente l’importo totale che la vendita avrebbe raggiunto.
Infine The Builder, edita in 30 esemplari, è stata distribuita “ad artisti, costruttori e creatori che hanno aperto la strada a Pak e ad altri artisti NFT” come affermato da Pak.
Sono state battute però opere con metodi tradizionali, nei limiti delle neonate aste digitali. The Switch, che raffigura una forma geometrica tipica di Pak, è un’opera in bianco e nero ad alta definizione che ricorda una fotografia spaziale. Il lavoro è così chiamato perché “sviluppato per cambiare forma in un momento specifico nel futuro, conosciuto solo da Pak”. Partendo da $ 50, l’opera è stata venduta a $ 1.444.444.
Il secondo lavoro “autonomo” si chiama The Pixel e consiste in un singolo pixel grigio. La spiegazione fornita da Sotheby’s è che si tratta di “un token che firma l’unità più elementare di un’immagine digitale in una tradizionale casa d’aste globale”. Per quest’opera simbolica i bidder hanno rialzato fino a $ 1,111,333.
Mentre la vendita sotto alcuni aspetti sembra aver deluso – sono lontani, per esempio, i $69.3 raggiunti da Beeple nell’asta di Christie’s – il grande volume di partecipanti ha rafforzato l’entusiasmo attorno agli NFT. Inoltre il carattere partecipativo e non convenzionale dell’evento lo caratterizza come unico e, forse, destinato ad essere ricordato.
Grazie a questa nuova asta-performance, inoltre, i collezionisti non hanno acquistato un’opera particolare, quanto piuttosto sono stati coinvolti in un esperimento sociale, una vera e propria performance artistica attorno al concetto di valore e alla sua costruzione. Non è il cube in sé a essere prezioso, quanto il contesto in cui è stato acquistato. É sempre e solo l’umano desiderio di appartenere a qualcosa, di inserirsi in un contesto più grande di lui a dare fondamento alle nostre scelte. Scelte anche dispendiose, beninteso.