Dopo il racconto delle “Gocce”, in questa video intervista esclusiva di Dep Art Gallery, Alberto Biasi (Padova, 1937) rivela la casualità da cui nascono le sue famose “Trame”.
“All’epoca mi vergognavo tremendamente di queste opere, le consideravo dei giochi. Poi invece, quando feci la prima mostra nel 1960, ci fu un avvocato che me ne comprò tre. Da quel momento cominciai a considerarle opere d’arte anche io…”, racconta l’artista a Teresa Oschmann.
Tra le opere dell’artista patavino, uno dei principali esponenti dell’arte cinetica italiana e internazionale, le celebri “Trame” occupano un ruolo-chiave. Questi lavori rientrano nella ricerca che, sulla scorta delle analisi sulla psicologia della forma e della percezione visiva, aveva individuato un forte nodo d’interesse nello studio dei “pattern”, delle strutture visive reticolari. Nell’opera di Alberto Biasi, la loro nascita è legata a un motivo pratico e del tutto casuale, diventando poi propedeutiche allo sviluppo delle successive opere dette “Ottico dinamiche” che hanno reso famoso l’artista come esponente dell’optical art (oppure Op-Art) in tutto il mondo. a partire dalla celeberrima mostra del 1965 al MoMa di New York “The responsive eye”.