Annunciati i vincitori della 64° edizione del World Press Photo, il premio di fotogiornalismo più importante al mondo. Tre gli italiani premiati. Se anche quest’anno la pandemia ne ha impedito la cerimonia e ostacolerà la tradizionale mostra itinerante, la fondazione sopperisce al vuoto con una programmazione online.
Come ogni anno, le fotografie selezionate al World Press Photo, il prestigioso premio olandese dedicato al fotogiornalismo, ripercorrono gli eventi-clou dell’anno precedente con scatti potenti che rimarranno a lungo incisi nella memoria collettiva. Tra quelli del 2020 si ricordano, ad esempio, le grandi proteste in seguito all’uccisione di George Floyd, l’avvento della pandemia, l’invasione di locuste in Kenya. E ancora, gli incendi nel Pantanal, la guerra in Nagorno-Karabakh o la rimozione delle statue di personaggi controversi.
Dopo aver stilato i finalisti, nel mese di marzo, la fondazione World Press Photo ha selezionato i vincitori. Qui le foto vincitrici per ogni categoria, tra cui trionfano tre fotografi italiani.
Ad aggiudicarsi il World Press Photo of The Year è il danese Mads Nissen con la fotografia The First Embrace: dopo mesi di isolamento, un’anziana e un’infermiera si abbracciano attraverso la plastica protettiva, in un ospedale di San Paolo, in Brasile. È invece l’italiano Antonio Faccilongo (Roma, 1979) a trionfare nella categoria World Press Photo Story of the Year. A valergli questo riconoscimento è il progetto Habibi, un reportage sul contrabbando di sperma nelle carceri israeliane da parte di famiglie palestinesi che vogliono preservare i loro diritti riproduttivi.
Altri due gli italiani sul podio. Si tratta di Gabriele Galimberti (Val di Chiana, 1977), che ha vinto nella categoria Ritratti, Storie con i suo progetto The Ameriguns, per National Geographic, che posa lo sguardo sui cittadini comuni proprietari di armi negli Stati Uniti. Lorenzo Tugnoli (Lugo, 1979), dell’agenzia Contrasto, si è invece aggiudicato il primo premio della categoria Spot News, Storie con le sue immagini dell’esplosione nel porto di Beirut nell’agosto del 2020.
Dal 15 al 17 aprile il World Press Photo ha organizzato un festival online.