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World Press Photo: il fotogiornalismo in mostra a Palazzo Madama

People chant slogans as a young man recites a poem, illuminated by mobile phones, before the opposition's direct dialog with people in Khartoum on June 19, 2019. - People chanted slogans including "revolution" and "civil" as the young man recited a poem about revolution. (Photo by Yasuyoshi CHIBA / AFP)
1° premio World Press Photo of the Year, Yasuyoshi Chiba, Agence France-Presse

Per il quarto anno consecutivo World Press Photo torna a Torino, nella nuova location di Palazzo Madama. La mostra di fotogiornalismo più importante al mondo è in programma fino al 18 gennaio 2021.

World Press Photo è organizzata da Fondazione Torino Musei e CIME. Per l’occasione migliaia di fotoreporter delle maggiori testate editoriali internazionali come National Geographic, BBC, CNN, Le Monde, El Pais si contendono il titolo nelle otto diverse categorie del concorso di fotogiornalismo: Contemporary Issues, Environment, General News, Long-Term Projects, Nature, Portraits, Sports, Spot News.  Quest’anno sono 44 i fotografi arrivati in finale, provenienti da 24 paesi diversi.

157 le fotografie esposte, sulle 17.996 esaminate da una giuria internazionale. Ad aggiudicarsi il premio World Press Photo of the Year 2020, è la fotografia firmata dal giapponese Yasuyoshi Chiba. Realizzata a Khartum nel giugno del 2019, dopo il colpo di stato militare contro Omar al-Bashir, ritrae un ragazzo illuminato dalla luce dei telefoni cellulari, che in una manifestazione in Sudan recita una poesia di fronte ad altre persone che lo applaudono. All’immagine è stata riconosciuta una forza ispiratrice contro la violenza: il giovane verso cui l’attenzione è rivolta non sta sparando o lanciando sassi, ma al contrario sta raccontando poesie.

World Press Photo Story of the Year, Romain Laurendeau, Francia, “Kho, la genesi di una rivolta”

Al francese Romain Laurendeau va invece il premio World Press Photo Story of the Year, la categoria dedicata alla migliore sequenza di immagini di rilevanza giornalistica. Lo scatto premiato – dal titolo Kho, the Genesis of a Revolt – documenta il disagio giovanile in Algeria e il ruolo delle nuove generazioni nelle proteste del 2019.

Tra gli altri finalisti Tomer Kaczor, che ha ritratto una rifugiata armena affetta dalla sindrome da rassegnazione; Mulugeta Ayene con una foto scattata durante i funerali delle vittime del volo Ethiopian Airlines 302; Farouk Batiche con le proteste antigovernative in Algeria; Ivor Prickett che ha raccontato la lotta dei curdi in Iraq; infine Nikita Teryoshin, presente alla più grande conferenza sulla difesa nel Medio Oriente.

Nikita Teryoshin, Contemporary Issues, Singles, 1st Prize, Nothing Personal – the Back Office of War

Sul podio anche sei italiani, tra cui Fabio Bucciarelli (1980) che si è aggiudicato il secondo premio nella sezione storie della categoria General News per un servizio realizzato per L’Espresso sulle proteste in Cile iniziate a ottobre 2019 dopo l’approvazione di una legge sull’aumento del prezzo del biglietto della metropolitana della capitale e proseguite per denunciare soprattutto le forti disuguaglianze economiche e sociali del paese. Al terzo posto, invece, Nicolò Filippo Rosso nella sezione storie della categoria Contemporary Issues, con un lavoro sugli effetti della crisi politica e socio-economica in Venezuela e sulla migrazione dei venezuelani in Colombia.

 

Informazioni

Palazzo Madama
Piazza Castello, 10122 Torino
Giovedì e venerdì 12.00 – 19.00, sabato e domenica 10.00 – 19.00.
Biglietti: intero 12 €, ridotto 10 €, scuole 4 €, gruppi 10 €

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