The Families of Man. Attraverso un centinaio di opere di cinquanta fotografi italiani, il Museo Archeologico di Aosta ripercorre trent’anni di contemporaneità storica, sociale, economica e ambientale della Bel Paese. Un grande affresco che si muove dalla caduta del muro di Berlino alla pandemia in atto. Una mostra fotografica -in scena dal 29 maggio al 10 ottobre, a cura di Elio Grazioli e Walter Guadagnini- che riflette e racconta i grandi temi dell’uomo e della società degli ultimi decenni.
L’indagine da cui muove l’esposizione ha dato vita nel corso degli anni a numerose letture: archetipo di tutte è la mostra fotografica The Family of Man ideata da Edward Steichen (1955, New York, MoMA) a cui il titolo del progetto di Aosta rimanda. Presentata in piena guerra fredda e dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, The Family of Man fece il punto su di un’epoca di cambiamento e venne pensata per celebrare la dignità umana.
L’esposizione al Museo Archeologico Regionale di Aosta organizza la narrazione intorno a due assi portanti: cronologico (1989-2000; 2001-2019; 2020) e tematico (la fine della modernità; il mondo connesso; la pandemia), per dare vita a un racconto per immagini dei più significativi sviluppi della società tra fine Novecento e primi decenni del Duemila, a partire dal cambiamento dell’immagine dell’uomo e di ciò che lo circonda.
In mostra fotografi del calibro di Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, Jacopo Benassi, Gianni Berengo Gardin, Paola De Pietri, Mario Dondero, Andrea Galvani, Francesco Jodice, Armin Linke, Adrian Paci, Antonio Rovaldi, Ferdinando Scianna, Oliviero Toscani, Toni Thorimbert, Franco Vaccari, Paolo Ventura, Silvia Bigi, Massimo Vitali.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Electa (italiano/francese) che include i saggi dei due curatori, un testo di Silvia Paoli dedicato alla mostra del MoMA e il contributo di Daria Jorioz che attraversa i temi dell’esposizione.