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In color. A Torino, Robert Capa come non lo avete mai visto 

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Figura di spicco del fotogiornalismo mondiale, Robert Capa è noto per le potenti immagini in bianco e nero che documentano i principali conflitti del secolo scorso. Pochi, invece, conoscono la sua opera a colori, che cattura altri aspetti della vita, e talvolta ben si integra nei suoi ultimi reportage. A svelarla è la mostra Capa in color, in scena ai Musei Reali di Torino a partire dal prossimo 26 settembre.

Se si nomina Robert Capa, pseudonimo di Endre Ernő Friedmann, inevitabile pensare al soldato repubblicano colpito a morte durante la guerra civile spagnola, tra le fotografie di guerra più acclamate della storia e sulla cui presunta non autenticità si dibatte ancora oggi. Oppure alla tondue de Chartres, la donna rasata e umiliata pubblicamente dopo la Liberazione, perché accusata di collaborazionismo con l’occupante tedesco. Eppure, durante e soprattutto in seguito alla seconda guerra mondiale, Capa si convertì sempre più al colore, assecondando le richieste di Life e Holiday. Posava così il suo sguardo su un lato più mite della vita, raccogliendo un archivio finora mai esposto in Italia.

Robert Capa, Pablo Picasso gioca con suo figlio Claude, 1948 | © Robert Capa/International Center of Photography/Magnum Photos

Nato a Budapest nel 1913, Robert Capa si trasferì a Berlino con l’intento di diventare uno scrittore. Fu la fotografia a trovarlo, attraverso un impiego casuale in uno studio fotografico, culminato nella collaborazione con l’agenzia Dephot e l’incarico di fotografare Trotskji a Copenhagen. Salendo alla ribalta con la compagna Gerda Taro durante la guerra civile spagnola, è solo intorno alla metà della sua carriera che iniziò a sperimentare con il colore. Nel dopoguerra lo combinò con l’avvento di una luce nuova sulla società (ri)nascente, posando il proprio sguardo su momenti di vita intrisi di gioia e di bellezza. Inoltre, convertirsi al colore gli fu necessario per tenere a galla Magnum (di cui fu tra i fondatori) in un momento in cui il settore delle riviste aveva ormai abbandonato il bianco e nero.

Robert Capa, Un vecchio negozio alla porta di Jaffa, Gerusalemme, 1949 | © Robert Capa/International Center of Photography/Magnum Photos

A gettare luce su questo lato inedito del fotografo ungherese è la mostra Capa in color, che ha debuttato nel 2014 a New York, in occasione del centenario della nascita. A partire dal 26 settembre 2020, per la prima volta in Italia, i Musei Reali di Torino espongono 150 immagini a colori pressoché sconosciute nel nostro paese. Curata da Cynthia Young, che si occupa della collezione al Centro Internazionale di Fotografia di New York, l’esposizione illustra l’approccio di Capa verso i nuovi mezzi fotografici ripercorrendone la produzione a colore: ci sono le immagini di un viaggio in Unione Sovietica con lo scrittore John Steinbeck, o quelle in Israele tra il ’49 e il ’50. E poi, le star di Hollywood da Humphrey Bogart a Ingrid Bergman, o le vacanze europee tra Biarritz e le località sciistiche svizzere. O ancora, Pablo Picasso colto in un momento di intimità con il figlio Claude. Infine, l’ultimo reportage in Vietnam, dove perse la vita calpestando una mina antiuomo, un attimo dopo aver catturato la sua ultima immagine.

Un lato nascosto di un uomo che dedicò la propria vita alla fotografia, inarrestabile nell’inseguire e immortalare quei momenti che ancora oggi testimoniano gli orrori dei conflitti bellici, importante monito per il futuro. Ma che non disdegnò gioie e bellezza, poiché anche di queste si compone la vita.

Robert Capa, Capucine, modella e attrice francese al balcone, Roma, agosto 1951 | © Robert Capa, International Center of Photography/Magnum Photos

Informazioni

26 settembre 2020 – 31 gennaio 2021

Torino, Musei Reali, Sala Chiablese

dal martedì alla domenica 9-19

Intero 15 €, Ridotto 13 € Soci FAI, 2 € Ragazzi dai 18 ai 25 anni

 

*Robert Capa, Jetée, Biarritz, France, agosto 1951 | © Robert Capa/International Center of Photography/Magnum Photos

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