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Il nuovo museo delle Gallerie d’Italia a Torino: hub culturale tra fotografia e barocco piemontese

credit D'Ottavio
Photo © D’Ottavio

A Torino il 16 maggio 2022 sono state inaugurate le “Gallerie d’Italia”Palazzo Turinetti, dal 1949 sede legale dell’Istituto bancario San Paolo

All’evento sono intervenuti i vertici della Banca: il Presidente emerito Giovanni Bazoli, il Presidente Gian Maria Gros-Pietro e Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO, alla presenza del Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e di altre autorità istituzionali.

L’inaugurazione ha sancito la fine di un cantiere durato poco più di 400 giorni nel cuore di una Torino reduce da grandi eventi. I beni culturali sono il petrolio del nostro Paese ed è necessario ritrovare e trasmettere alle future generazioni l’importanza della memoria e la bellezza della storia.  L’apertura della sede museale torinese rappresenta una delle tappe più importanti nella storia dell’impegno di Banca Intesa Sanpaolo in ambito culturale.

Le “Gallerie d’Italia” sono i luoghi in cui la banca offre i benefici di quella crescita umana e spirituale che solo l’arte e la cultura possono assicurare. Intervenire nei luoghi pubblici delle città contribuisce a rigenerare i centri storici ed è la motivazione principale che ha spinto ad aprire questo polo artistico. Le sedi sono state aperte a Vicenza, Milano e a breve a Napoli in via Torino. Il quadro complessivo è un ambizioso progetto museale avviato nel lontano 1999, che rappresenta uno dei più importanti investimenti culturali avviati in Italia e in Europa.

A Torino le Gallerie d’Italia hanno sede nella famosa piazza San Carlo, le sue splendide strutture sono frutto dell’intervento radicale e coraggioso dell’architetto Michele de Lucchi. L’edificio con un percorso espositivo di 10 mila metri quadrati su cinque piani, di cui tre ipogei, rappresenta un celebre esempio del barocco piemontese e fu costruito nel 1949 per volontà dell’Istituto bancario Sanpaolo di Torino. 

Sala delle vedute fantastiche

L’intervento sulla corte interna ha previsto, su richiesta della città in fase di approvazione del progetto, l’installazione di un colonnato in legno addossato alle due maniche ortogonali che la delimitano sui lati dell’edificio adiacente (a sud) e di via XX Settembre (a ovest), allo scopo di enfatizzare la simmetria architettonica del quadrilatero e di porre l’accento sull’autenticità del porticato in pietra sui lati opposti. La trasformazione radicale dei suoi spazi ipogei, che oggi si aprono al pubblico, è forse la strategia progettuale che, più efficacemente, è in grado di riconnettere l’edificio alla sua lunga storia senza negarne i contrasti e moltiplicandone al contempo usi e significati.

I piani sotterranei del palazzo sono stati radicalmente ripensati e sono diventati una delle parti espositive delle Gallerie con un’impronta estremamente contemporanea, mentre ai piani alti sono stati conservati i tratti architettonici storici del palazzo. Il palazzo diventa di conseguenza un grande centro per la fotografia, la video arte e tutte quelle esposizioni temporanee con un’attenzione particolare ai temi della sostenibilità e della riconversione degli spazi all’insegna dell’incontro e della scoperta. 

Il piano nobile dell’edificio ha conservato l’originaria impronta sei-settecentesca con arredi, specchi e boiseries posti in armonico dialogo con la collezione permanente di arte piemontese.

I piani sotterranei sono diventati la sede dell’Archivo Publifoto Intesa Sanpaolo, come ha evidenziato lo stesso Presidente Bazoli, “è necessario ritrovare la memoria e la storia”, l’Archivio infatti ospita 7 milioni di scatti realizzati dagli anni Trenta agli anni Novanta da una delle principali agenzie di fotogiornalismo italiane. Ad arricchire il patrimonio artistico delle Gallerie vi è anche il ciclo pittorico dell’antico Oratorio della Compagnia di San Paolo di proprietà della Banca. 

Pino Musi Archivio Publifoto
Oratorio di San Paolo

Gli archivi, i caveau e le sale meeting del palazzo legati all’attività bancaria si prestano ad accogliere l’arte in maniera proteiforme. Una scalinata monumentale abbraccia i visitatori e li conduce nelle sale sotterranee. Qui al primo piano le aule didattiche con spazi modulari caratterizzati da una grande vetrata si affacciano sulla “Sala dei 300”, la storica sede dove l’Istituto Bancario Sanpaolo teneva le proprie assemblee.

Al secondo piano ipogeo si trova la biglietteria, snodo fondamentale che incanalerà i visitatori all’interno dei molteplici percorsi dell’itinerario museale.

Il terzo piano consente ai fruitori un’esperienza del tutto immersiva grazie ad un’ampia sala multimediale, scrigno di memorie e allo stesso tempo dell’avanguardia tecnologica e dell’innovazione. I suoi immensi schermi trasportano il pubblico in un fluttuante susseguirsi di video e immagini. 

La mostra La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia di Paola Pellegrin – con il patrocinio di Regione Piemonte e Città di Torino inaugura gli spazi espositivi attraverso un reportage fotografico sul tema del cambiamento climatico.

Baia di Disko, Ilulissat. Groenlandia, 2021 Paolo Pellegrin/Magnum Photos

Il progetto a cura di Walter Guadagnini e con il contributo di Mario Calabresi è un racconto di un viaggio in vari paesi, dall’Italia, alla Namibia, dall’Islanda alla Costa Rica il cui tema descrive e celebra il rapporto tra l’uomo e la natura. L’ambiente ispira l’arte e l’arte dà forma all’ambiente che la circonda, consentendo una sensibilizzazione nei confronti del patrimonio naturale e dei problemi connessi alla tutela e alla conservazione. I suoi scatti si raccolgono attorno alla presenza dei quattro elementi naturali: terra, acqua, aria e fuoco. Fotografare un iceberg, un ghiacciaio o gli alberi bruciati negli incendi in Australia significa parlare dell’uomo e della sua azione, ponendo l’accento su quello che è il suo rapporto con lo spazio in cui abita.

la mostra Dalla guerra alla luna 1945 – 1969. Sguardi dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo è una selezione di immagini storiche dell’omonimo archivio, a cura di Giovanna Calvenzi e Aldo Grasso, che ripercorre il miracolo economico italiano dal dopoguerra, il piano Marshall con gli aiuti americani per la ricostruzione, il boom economico degli anni ’60, l’avvento della televisione e la motorizzazione di massa. Un’indagine sula ricostruzione complessa di un paese attraverso i suoi insuccessi e le sue conquiste, fino all’evento di portata internazionale dello sbarco sulla luna. 

Disastro del Vajont: distruzione a Pirago di Longarone, 11 ottobre 1963 (servizio fotografico di Emilio Banchi, Enrico Belluschi, Gian Antonio D’Anna, Claus Peter Fischer, Oliviero Zanni) – Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo

L’arte e la cultura sono archetipi dell’identità del nostro paese ed è proprio questo principio che guida una rinnovata sensibilità e responsabilità sociale d’impresa e Intesa Sanpaolo ne è una costante testimonianza, in particolar modo dopo il difficile periodo pandemico durante il quale arte e cultura hanno riscontrato molte problematiche. Questi avvenimenti hanno reso ovvio l’importanza dell’innovazione nell’esposizione e questa iniziativa rappresenta un segnale di speranza e fiducia nel futuro.

Gallerie d’Italia – Torino,
Piazza San Carlo 156, Torino

www.gallerieditalia.com

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