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Biennale di Venezia Architettura. Ecco come sarà il Padiglione Italia

Alessandro Melis. Curatore del Padiglione Italia 2021 Alessandro Melis. Curatore del Padiglione Italia 2021
Alessandro Melis. Curatore del Padiglione Italia 2021
Alessandro Melis. Curatore del Padiglione Italia 2021

La presentazione del Padiglione Italia alla prossima Biennale Architettura “guidata” da una serie di immagini commentate dal curatore Alessandro Melis

Sarà esso stesso una comunità resiliente, costituita da 14 ‘sotto comunità’, intese come laboratori operativi, centri di ricerca o casi studio. Secondo due fondamentali direttrici: una riflessione sullo stato dell’arte in tema di resilienza urbana in Italia e nel mondo attraverso l’esposizione delle opere di eminenti architetti italiani. E un focus su metodologie, innovazione, ricerca, con sperimentazioni interdisciplinari a cavallo tra architettura, botanica, agronomia, biologia, arte e medicina”. Così il curatore Alessandro Melis introduce le linee guida del Padiglione Italia alla prossima Biennale Architettura, titolo Comunità Resilienti, che si aprirà al pubblico a Venezia il 22 maggio.

Stephen Jay Gould ed Elizabeth Vrba hanno rivoluzionato la tassonomia della biologia introducendo il termine ‘exaptation’, ovvero il meccanismo non deterministico della selezione naturale”, entra nel dettaglio Melis. “Euristicamente, il Padiglione Italia promuoverà l’exaptation architettonica come manifestazione di diversità, variabilità e ridondanza, sfidando l’omogeneità estetica deterministica a favore della diversità delle strutture creative. Come il genoma e il cervello umani, il padiglione sarà una giungla abitata da strane creature dove poter ascoltare un rumore di fondo che è già assordante e che richiede una risposta adeguata, facendo ricorso a nuovi paradigmi della conoscenza”.

Il Padiglione darà rilievo all’aspetto esperienziale e immersivo, secondo quanto proposto dal curatore della Biennale Architettura 2021 Hashim Sarkis. Privilegiando forme espressive legate alla graphic novel, al gaming, in toni e modalità di ispirazione cyber punk. Avvalendosi del contributo di maestri del settore per avvicinare e sensibilizzare, questo è l’auspicio, un pubblico ampio e giovane. Non mancherà un omaggio alla sensibilità ambientale, centrale del resto anche sul piano politico generale, con le premesse del premier Draghi circa l’impostazione del Recovery Plan italiano. Una struttura quindi a impatto CO2 quasi zero, grazie al riutilizzo dei materiali del Padiglione Italia 2019 per la 58. Esposizione Internazionale d’Arte, e una rilocalizzazione in forma permanente di tutto quello che verrà prodotto.

Siamo consapevoli”, ha dichiarato il Ministro della Cultura Dario Franceschini, “di quanto l’architettura sia chiamata a dare un contributo sempre più qualificato e interconnesso al nostro vivere comune, sollecitato da molteplici criticità sociali e ambientali. Obiettivo del Padiglione Italia 2021 è promuovere una riflessione sulla capacità di trasformazione ed adattamento delle comunità italiane, ormai necessaria, per rispondere, localmente, alle sfide globali”. Per entrare maggiormente nei dettagli delle diverse proposte culturali del padiglione, ecco una serie di immagini accompagnate dalle osservazioni del curatore Alessandro Melis…

 

Padiglione Italia a basso impatto ambientale. Assonometria che mostra il riutilizzo dei materiali provenienti dal Padiglione Italia 2019 per la 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
Padiglione Italia a basso impatto ambientale. Assonometria che mostra il riutilizzo dei materiali provenienti dal Padiglione Italia 2019 per la 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia

Il riciclo di materiali e la riduzione di CO2, garantiti dal prolungamento del ciclo di vita, sono solo un esempio delle innumerevoli opportunità che rafforzano l’idea che in architettura l’exaptation sia intrinsecamente ecologica. Alcune strutture sono state cooptate per altre funzioni, o se ne sono aggiunte altre a quelle già esistenti. In altri casi, le strutture sono state trasformate, mobilitate, o modificate anche in modo drammatico ed estensivo. Architetti e artisti, invitati ad esplorare il potenziale della strutture esistenti, cooptate funzionalmente, hanno contribuito, a loro volta, ad una reazione a catena che ha moltiplicato esponenzialmente le relazioni da cui sono emersi nuovi stimoli e ispirazioni”.

 

Padiglione Italia a basso impatto ambientale. Assonometria che mostra le sezioni espositive e il posizionamento delle installazioni-prototipi
Padiglione Italia a basso impatto ambientale. Assonometria che mostra le sezioni espositive e il posizionamento delle installazioni-prototipi

L’idea che sottende il progetto è che il Padiglione Italia sia esso stesso una comunità resiliente, costituita a sua volta da comunità che rappresentano le singole sezioni, intese quindi come laboratori, centri di ricerca o casi studio, piuttosto che come tradizionali sezioni espositive. Il termine “comunità” definisce allo stesso tempo un luogo fisico ed un contesto sociale coeso. Il termine “resilienza” implica la capacità di trasformazione e adattamento necessaria per rispondere localmente alla globalità ed interconnessione delle attuali sfide economiche, sociali ed ecologiche; esse non possono né devono più essere considerate come entità separate ed autonome e sono state precisamente identificate dall’ONU nei 17 Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile alla base dell’Agenda 2030. Su questo palinsesto iniziale sono stati poi inseriti una serie di dispositivi ulteriori, ognuno autonomamente ideato come “spandrel” dai progettisti invitati. Secondo le indicazioni curatoriali, in ogni dispositivo il potenziale artistico-estetico e l’apertura alla tecnologia convivono. Ognuna di queste sculture funzionanti è dotata sia di un proprio programma funzionale predefinito sia della possibilità della cooptazione funzionale di parte delle proprie componenti una volta inserite all’interno del palinsesto e quindi sottoposte all’influenza, alle relazioni ecologiche e alle dinamiche del contesto come riflesso delle potenziali costrizioni ambientali”.

 

Padiglione Italia come esempio di comunità resiliente. Assonometria che mostra, in modo associativo, i temi delle sezioni e le relazioni con le comunità partecipanti nazionali ed internazionali
Padiglione Italia come esempio di comunità resiliente. Assonometria che mostra, in modo associativo, i temi delle sezioni e le relazioni con le comunità partecipanti nazionali ed internazionali

Il riferimento alle reti neuronali è stato di ispirazione per l’estensione del programma del padiglione ad una rete diffusa di comunità sul territorio nazionale e internazionale, che si interfaccia con il padiglione veneziano attraverso dispositivi multimediali”.

 

Padiglione Italia. Evoluzione del logo
Padiglione Italia. Evoluzione del logo

L’exaptation architettonica è stata di ispirazione anche per la parte grafica del progetto e nella ideazione del logo del Padiglione Italia che, in modo diagrammatico, descrive le possibilita dello “shift” funzionale di una città in chiave ecologica. La grafica del logo punta ad enfatizzare la vocazione all’attivismo del progetto curatoriale. Il logo è formato da una parte superiore in forma di pugno (che, oltre all’attivismo riflette l’idea della città compatta italiana come elemento di forza della resilienza comunitaria) ed una parte inferiore più organica a indicare un nuovo patto tra ecologia, artificio, natura, e l’orientamento transdisciplinare della ricerca esposta nel padiglione”.

 

Padiglione Italia. Sezione “Architectural Exaptation” e Installazione curatoriale “Spandrel”.
Padiglione Italia. Sezione “Architectural Exaptation” e Installazione curatoriale “Spandrel”.

La sezione introduce il tema dell’Architectural Exaptation che è il leitmotiv dell’intera esposizione. La ricerca di Stephen Stephen Jay Gould e il contributo scientifico di Telmo Pievani sono stati essenziali per sviluppare il tema. La sezione intende sottolineare come diversità, variabilità, ridondanza e disomogeneità siano gli attributi della resilienza, in riferimento ai meccanismi della Selezione Naturale. La creatività è intesa, in questo contesto, come manifestazione del pensiero associativo, la modalità di sopravvivenza che l’uomo è in grado di attivare durante le crisi ambientali. Coerentemente, nella sezione d’ingresso, la biodiversità e l’arte sono presentate come componenti essenziali della resilienza. Ulteriore esempio di contaminazione interdisciplinare è l’installazione curatoriale Spandrel, un prototipo a metà tra un’architettura e un organismo vivente, realizzata in collaborazione con l’Orto Botanico di Padova. “Spandrel” è il termine usato da Stephen Jay Gould, lo scienziato che ha rivoluzionato la tassonomia della biologia evoluitva, per indicare il potenziale evolutivo della diversità, variabilità e ridondanza delle strutture creative. Il termine è ispirato ai pennacchi della cupola della Basilica di San Marco a Venezia”.

 

Padiglione Italia. Installazione curatoriale “Genoma”
Padiglione Italia. Installazione curatoriale “Genoma”

Genoma” prende spunto dalla biologia dell’evoluzione che considera la capacità della natura di evolversi e adattarsi ai cambiamenti e alle sfide che le si pongono di fronte, applicabile con successo anche al campo dell’architettura. L’espressività delle immagini manifesta, attraverso l’attivazione del pensiero associativo, la volontà di suscitare un dibattito sui temi dell’architettura radicale, della distopia e dell’utopia”.

 

Padiglione Italia. Installazione curatoriale “Cyberwall I”
Padiglione Italia. Installazione curatoriale “Cyberwall I”

Il Cyberwall è l’installazione curatoriale nella quale le Arti Industriali e Creative ottengono visibilità in una nuova dimensione di sperimentazione e ricerca condotta da Heliopolis 21 sulle superfici ceramiche ad alte prestazioni ACTIVE SURFACESTM di Iris Ceramica Group. L’installazione, grazie alle sue proprietà eco-attive contribuisce a rendere più salubre l’aria ed è, al contempo, manifestazione di una intenzionalità artistica. Il Cyberwall è ispirato alle ambientazioni post-apocalittiche descritte in una mia docu-graphic-novel del 2015 intitolata “Shining Dark Cities”. In forma grafica il Cyberwall riproduce l’incipit della novella: “Volevamo andare su Marte invece abbiamo portato Marte sulla Terra”. Il Cyberwall è inoltre un omaggio al libro di Max Brooks “World War Z” e alle opere visionarie di Lebbeus Woods e di Tsutomu Nihei, autore di anime come Blame! e Knights of Sidonia. Il futuro dei territori fortemente antropizzati, come ad esempio quello italiano, dipende essenzialmente dalla rigenerazione, trasformazione e adattamento del tessuto urbano esistente, piuttosto che dalle nuove costruzioni. In questo ragionamento si inseriscono i percorsi di ricerca stimolati dai temi della biologia evolutiva che riguardano i concetti di “Exaptation” e “Niche Construction” (Gould & Vrba, 1982; Laland et al., 2000). Rispetto a queste considerazioni l’architettura rappresenta un legame e un sottofondo di interazione costante, declinato in diverse forme e paradigmi”.

 

Padiglione Italia. Installazione curatoriale “Cyberwall II”
Padiglione Italia. Installazione curatoriale “Cyberwall II”

L’installazione, realizzata con il contributo di Iris Ceramiche, esprime la ferma convinzione che l’architettura debba contribuire in modo significativo al miglioramento della qualità della vita e alla salute, in un momento in cui affrontiamo sfide di proporzioni e urgenza mai conosciute, tra cui, prima fra le altre, il cambiamento climatico. Cyberwall II è quindi uno “spandrel” secondo la definizione coniata da Stehpen J. Gould ed Elisabeth Vrba nel 1982, perché è un muro, o una potenziale facciata con caratteristiche antivirali e antibatteriche. Il principale obiettivo del progetto è dunque una riflessione sulla resilienza delle comunità intesa come valutazione delle possibili e necessarie trasformazioni per raggiungere una nuova proficua armonia equilatera tra abitanti, ambiti produttivi e ambienti urbani”.

 

Padiglione Italia. Sezione espositiva “Laboratorio Peccioli”
Padiglione Italia. Sezione espositiva “Laboratorio Peccioli”

Laboratorio Peccioli è un laboratorio di ricerca e un teatro, caso virtuoso per riflettere sui centri storici italiani come modelli di sviluppo e ambiti ideali per la sperimentazione attraverso innesti di contemporaneità all’interno della Storia”.

 

Schizzo Iniziale di progetto del Padiglione Italia ispirato all’idea del Genoma come “giungla popolata da strane creature” (cit. E. Birney).
Schizzo Iniziale di progetto del Padiglione Italia ispirato all’idea del Genoma come “giungla popolata da strane creature” (cit. E. Birney).

Abbiamo immaginato il progetto come un laboratorio permanente e un ecosistema in evoluzione. Non siamo quindi ancora in grado di prevedere molte delle combinazioni tra forme, usi e interconnessioni. Ci affidiamo alla serendipità del progetto. Tra gli obiettivi del progetto c’è l’impegno a registrare gli “shift” funzionali che avverranno anche durante e dopo la mostra”.

www.comunitaresilienti.com

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