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Dante e Napoleone: i due miti si incontrano in mostra a Brescia

Bertel Thorvaldsen (Copenhagen, 1770 - 1844) Ganimede con l’aquila di Giove 1814 - 1815 Marmo Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo Provenienza: legato Paolo Tosio, 1844 Ph. credit: Fotostudio Rapuzzi Bertel Thorvaldsen (Copenhagen, 1770 - 1844) Ganimede con l’aquila di Giove 1814 - 1815 Marmo Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo Provenienza: legato Paolo Tosio, 1844 Ph. credit: Fotostudio Rapuzzi
Bertel Thorvaldsen (Copenhagen, 1770 - 1844) Ganimede con l’aquila di Giove 1814 - 1815 Marmo Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo Provenienza: legato Paolo Tosio, 1844 Ph. credit: Fotostudio Rapuzzi
Bertel Thorvaldsen (Copenhagen, 1770-1844), Ganimede con l’aquila di Giove, 1814-1815, Marmo
Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo
Provenienza: legato Paolo Tosio, 1844
Ph. credit: Fotostudio Rapuzzi

A 700 anni dalla morte di Dante e 200 da quella di Napoleone, le due iconiche figure si incontrano idealmente nella casa-museo di Paolo Tosio. La residenza neoclassica, situata a Brescia, ospita la mostra Dante e Napoleone dal 5 maggio al 15 dicembre 2021.

Comprensiva di 80 opere -sculture, disegni, stampe e medaglie- alcune appartenenti alla collezione di Tosio, altre provenienti da collezioni pubbliche e private, dialogano sotto la cura di Roberta D’Adda e Sergio Onger. Un progetto che indaga valori, ideali e sentimenti che si addensarono intorno ai due personaggi e alle rispettive epoche che hanno contribuito a plasmare.

Le opere selezionate per l’esposizione, documentano quindi l’interesse largamente diffuso per queste due figure: Alighieri in quanto riferimento delle aspirazioni civili e identitarie della nazione, della quale il poeta era considerato l’unificatore dal punto di vista linguistico; Bonaparte in quanto percepito come colui che, grazie alla costituzione della Repubblica prima e del Regno italico poi, aveva avviato un processo di formazione della coscienza nazionale che diede vita al Risorgimento e all’unificazione della Penisola.

Giuseppe Diotti (Casalmaggiore, 1779 – 1846) Il conte Ugolino nella torre 1832 Olio su tela Brescia, Musei Civici Provenienza: legato Paolo Tosio, 1844 Ph. credit: Fotostudio Rapuzzi
Giuseppe Diotti (Casalmaggiore, 1779–1846), Il conte Ugolino nella torre, 1832, Olio su tela
Brescia, Musei Civici
Provenienza: legato Paolo Tosio, 1844
Ph. credit: Fotostudio Rapuzzi

Il collezionismo privato ha dunque contribuito al grande processo di diffusione del mito di Dante e Napoleone, meritandosi di comparire a pieno titolo tra i custodi della loro memoria. Tra questi ovviamente Paolo Tosio, che nel sua residenza già ospita il Busto di Napoleone di Democrito Gandolfi (copia da Canova) e il Conte Ugolino con i figli nella torre della fame di Giuseppe Diotti, opera del 1832 che all’epoca della sua esposizione a Brera destò non poco scandalo, perché giudicata troppo cruda.

A queste si aggiungono le opere che arrivano in prestito. Ritratto a tre quarti di Napoleone in “petit habillement” di re d’Italia del 1805, di Andrea Appiani (1754-1817), già noto come copia e riscoperto come prezioso originale anche grazie al restauro realizzato in coincidenza con la mostra; le miniature, dipinte su avorio, commissionate dalla famiglia imperiale a Giambattista Gigola (1767-1841) per farne oggetto di doni ora di affetto, ora di rappresentanza; i Fasti di Napoleone ideati da Andrea Appiani per il palazzo Reale di Milano, illustrati in una prestigiosa serie di 35 acqueforti.

Democrito Gandolfi (Bologna, 1797 - 1874) da Antonio Canova Napoleone 1830 Marmo Brescia, Musei Civici P rovenienza: legato Paolo Tosio, 1844 Ph. credit: Fotostudio Rapuzzi
Democrito Gandolfi (Bologna, 1797-1874) da Antonio Canova, Napoleone, 1830, Marmo
Brescia, Musei Civici
Provenienza: legato Paolo Tosio, 1844
Ph. credit: Fotostudio Rapuzzi

Un piccolo capolavoro romantico è costituito dal disegno di Luigi Basiletti (1780-1859), databile al 1821 e molto probabilmente eseguito dopo il fatidico 5 maggio, che rappresenta un Napoleone piccolissimo e in solitudine, sulla roccia di Sant’Elena, sopraffatto dagli elementi e dalla forza del destino, con lo sguardo rivolto all’oceano. Il pittore dovette essere stato colpito dal melanconico epilogo “dell’uom fatale”, tanto da dedicargli questo disegno, nonostante sei anni prima, nel 1815, comunicando al conte Tosio che il Ganimede con l’aquila di Giove di Bertel Thorvaldsen (in mostra) gli sarebbe presto stato recapitato, avesse commentato: “Avrete già inteso come Napoleone sia fuggito dal Isola del Elba. Ci sar[anno] altre gravi sciagure alla nostra generazione”.

Il progetto si completa grazie a un catalogo edito da Skira e, nel periodo della mostra, con una serie di appuntamenti, visite guidate e laboratori dedicati a famiglie, studenti e adulti e uno spettacolo dedicato; si avvia il 5 maggio e si chiude il 15 dicembre, ricorrenza dei solenni funerali di Napoleone, tenutisi a Parigi nel 1840.

Andrea Appiani (Milano, 1754 – 1817) Ritratto a tre quarti di Napoleone in “petit habillement” di re d’Italia 1805 Olio su tela Brescia, collezione privata
Andrea Appiani (Milano, 1754–1817), Ritratto a tre quarti di Napoleone in “petit habillement” di re d’Italia, 1805, Olio su tela
Brescia, collezione privata

Informazioni

Dante e Napoleone
Brescia, palazzo Tosio – Ateneo di Brescia
5 maggio / 15 dicembre 2021
a cura di Roberta D’Adda e Sergio Onger
un’iniziativa di Ateneo di Brescia Accademia di Scienze Lettere e Arti, Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei, Alleanza Cultura

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