Su Arte in italiano, una serie di mini-excursus sulla storia dell’arte offre, di volta in volta, una reinterpretazione in chiave sensuale di alcuni capolavori arcinoti, di cui tutti conosciamo l’interpretazione più accreditata. Tocca a Leda e il cigno di Michelangelo.
“E se gli amori di Giove, che fa visita, sotto forma di oggetti vari, a ragazze sole e infrollite, fossero più un’allegoria della masturbazione che della conquista femminile?”. Dopo l’Olympia di Manet, l’attrice e professoressa di storia dell’arte Hortense Belhôt indaga Leda e il cigno, opera andata perduta di Michelangelo Buonarroti, di cui restano oggi alcune copie e varianti.
La web-serie Si prega di non toccare, disponibile su Arte in italiano, propone infatti una rilettura sensuale e sovversiva di alcuni capolavori della storia dell’arte. A fare da fil rouge, il tema della sessualità, spesso introdotto (in maniera consapevole o meno) da un’opera: a dimostrazione che temi come il femminismo, la masturbazione e la sessualità non sono certo nuovi – legarli a storie antiche permette una riflessione più ampia.