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Io guardo ancora il cielo. Il talento inquieto di Federico Faruffini a Villa Borromeo d’Adda

Federico Faruffini, Suonatrice di liuto , 1865, olio su tela, 26 x 35 cm, collezione privata Federico Faruffini, Suonatrice di liuto , 1865, olio su tela, 26 x 35 cm, collezione privata
Federico Faruffini, Suonatrice di liuto , 1865, olio su tela, 26 x 35 cm, collezione privata
Federico Faruffini,
Suonatrice di liuto
, 1865, olio su tela, 26 x 35 cm, collezione privata
Io guardo ancora il cielo. Più di sessanta opere provenienti da importanti collezioni private di tutta Italia -dipinti a olio, acquerelli, disegni, incisioni e fotografie originali, numerose lettere e documentazioni d’epoca- ripercorrono la vicenda umana e artistica di Federico Faruffini a a Villa Borromeo d’Adda, Arcore (MB), fino al 27 giugno. Piccoli capolavori che formano il percorso narrativo di questo grande artista dell’Ottocento. Una narrazione profondamente “emozionale”, che attraverso un’ampia serie di capolavori corredati da un ricco apparato di schizzi, lettere, ricordi personali che restituiscono l’originalità di una figura complessa e sfaccettata.

Faruffini fu genio irregolare e tormentato e figura chiave nel superamento dei canoni romantici e accademici che ancora ingombravano la scena artistica lombarda alla metà del XIX secolo. Protagonista di una vicenda personale drammatica, che ben testimonia l’inquietudine esistenziale della generazione postromantica, nacque a Sesto San Giovanni nel 1833 e si formò a Pavia, dove la figura di Giacomo Trecourt garantiva un’apertura verso il nuovo che a Milano, a causa dell’incombente presenza della lezione di Hayez, stentava ad affermarsi. Personalità ribelle e difficile, dall’indole instabile, Faruffinivivrà un’esistenza fatta di incertezze, ripensamenti, improvvisi cambi di rotta, fino al suicidio, avvenuto nel 1869, a 36 anni, dopo aver tentato inutilmente di trovare una cura ai propri tormenti abbandonando la pittura per aprire uno studio da fotografo e dopo aver cercato la sua stradatra Parigi, Milano, Roma e Perugia. Le sue opere, spesso innovative e a tratti sorprendenti, trovarono scarsa accoglienza in Italia, mentre raccolsero notevoli successi a Parigi. Eternamente diviso tra il desiderio di ottenere il plauso della critica e la voglia di sperimentare e uscire dai canoni imposti dall’insegnamento accademico, Faruffinifu costantemente in cerca di sé stesso, mai soddisfatto, sempre pronto a rimettersi in discussione.

Federico Faruffini, Gli scolari dell’Alciato , 1864, olio su tela, 60 x 149 cm, collezione privat
Federico Faruffini,
Gli scolari dell’Alciato
, 1864, olio su tela, 60 x 149 cm, collezione privat

Il suo talento nel rinnovare generi pittorici anche ben consolidati negli ambienti ufficiali – su tutti quello di storia – ne fece uno dei principali precursori della stagione scapigliata, anche grazie alla vicinanza con l’amico e compagno di studi Tranquillo Cremona. Ma la sua ricerca costituì un importante momento di passaggio verso la modernità anche per molti altri artisti delle generazioni successive.

Federico Faruffini, Toeletta antica , 1865, olio su tela, 40 x 49,5 cm, collezione privata
Federico Faruffini,
Toeletta antica
, 1865, olio su tela, 40 x 49,5 cm, collezione privata

Informazioni utili

Io guardo ancora il cielo

FEDERICO FARUFFINI

una mostra promossa e sostenuta da Comune di Arcore

a cura di Simona Bartolena

con la collaborazione di Anna Finocchi

coordinamento, organizzazione e realizzazione Ponte43

con il supporto di heart – pulsazioni culturali

fino al 27 giugno2021

Villa Borromeo d’Adda

Largo Vincenzo Vela, 1 Arcore, MB

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