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La piscina di Henri Matisse, metafora dell’arco della vita 

Matisse, La piscine, 1952, MoMA

“Questo dipinto mi fa pensare all’innocente saggezza che hanno al contempo i bambini e gli anziani”. Realizzato due anni prima della morte, La piscine di Henri Matisse rappresenta il ritorno al tocco e alla tecnica dell’arte infantile.

Una mattina nell’estate del 1952, Matisse disse alla sua assistente Lydia Delectorskaya che “voleva vedere dei nuotatori”. I due trovarono quindi una piscina a Cannes. Estenuati dal sole incandescente, tornarono a casa, dove Matisse dichiarò “Costruirò la mia piscina personale”. Chiese quindi a Delectorskaya di coprire i muri della sua sala da pranzo all’Hôtel Régina di Nizza con una banda di carta bianca, interrotta solo a livello delle finestre. Quindi iniziò a tagliare i suoi proprio nuotatori e varie creature marine con della carta dipinta di blu.

Acquisita dal Museum of Modern Art di New York nel 1975, “La piscine” è diventate una delle opere-clou del museo. In questo video del MoMA, l’esperta Josephine McReynolds si tuffa nell’opera di Matisse ritrovandovi un rinnovato senso del gioco e una metafora dell’arco della vita umana.

Matisse, La piscine, 1952, MoMA

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