Bertolami Fine Art presenta l’asta di Dipinti, Disegni e Sculture dal XV al XIX secolo. 289 lotti tra disegni, dipinti e sculture. Le opere saranno visibili da lunedì 10 a giovedì 13 maggio a Palazzo Caetani Lovatelli, la sede romana di Bertolami. L’incanto è programmato per venerdì 14 maggio.
Rari, eccelsi, intramontabili. Quando gli Old Masters si preparano a sfilare in asta è sempre un evento catalizzante. Per questo concentriamo l’attenzione su Bertolami Fine Art, che venerdì 14 maggio 2021 presenta l’appuntamento con l’asta primaverile dedicata ai grandi maestri del passato. Protagonista una selezione di dipinti, disegni e una piccola selezione di sculture per lo più provenienti da collezioni private romane. I lotti, nel complesso, sono 289.
Tra le opere su carta emerge il lavoro su penna realizzato da il Guercino. Tre giovani cantori intorno al maestro di musica (Scuola di canto di Antonio Comi a Cento) non vanta solo un valore artistico fuori dal comune, ma una narrazione avvincente che lo accompagna. L’opera è stata infatti la base da cui Richard Dalton, noto incisore inglese, ha realizzato una delle sei incisioni che compongono la sua serie dedicata al Guercino. Tale raccolta, edita per la prima volta a Londra dall’editore Josiah Boydell nel 1765, è stata fondamentale per diffondere il lavoro del Guercino oltremanica. A ben guardare, però, la trama si fa più fitta. Dalton avrebbe infatti realizzato la sua incisione guardando a una copia che l’incisore Francesco Bartolozzi aveva realizzato dell’opera. Tale copia è oggi conservata nella Royal Collections a Windsor Castle. Ma se la copia ha questo valore, quanto può valere l’originale? € 8.000-12.000, secondo le stime di Bertolami. Una rarità mai più apparsa sul mercato da Sotheby’s Londra del 1967.
A Roma, tra la fine del 1692 e il principio del 1693, due fratelli, due pittori, collaboravano dividendosi i compiti: Pieter Van Bloemen realizzava le figure, Jan Frans Van Bloemen (detto L’Orizzonte) i paesaggi. A questa divisione sembra corrispondere Paesaggio con viandanti che attraversano un bosco, olio su tela valutato € 22.000-26.000. Sembra solamente, però, dal momento che la firma in basso a sinista, su una pietra, riporta: JF. BLOEMEN FECIT. Che sia realizzato da entrambi, o solo da uno dei fratelli Van Bloemen, l’opera si colloca all’alba di una carriera che vide i due ritagliarsi un posto d’eccellenza nella scena artistica romana del tempo.
Alla stessa latitudine troviamo Paesaggio laziale con pastori e castello diroccato. Un monumentale ritratto della campagna laziale – coi suoi rilievi, i suoi ruderi, i suoi borghi in lontananza – che può essere annoverato tra i capolavori di Andrea Locatelli, se non altro per le grandi dimensioni, insolite per il pittore. Di questa composizione così riuscita Locatelli eseguì due versioni pressoché identiche e di qualità analoga: questa e quella che si conserva al Museo Borgogna di Vercelli, di misure ancora maggiori. Stima € 14.000-18.000.
Baccanale (stima € 17.000-22.000) costituisce sorta di piccola summa delle principali tendenze della pittura romana post-caravaggesca tra quarto e quinto decennio del secolo. E difatti l’attribuzione è ancora indefinita – Bertolami la riconduce a una generica Scuola Romana, metà del XVII secolo – nonostante la presenza di una vecchia attribuzione a Giovan Francesco Romanelli. Non combaciano infatti alcuni elementi della tela con le caratteristiche tipiche del pittore. Poco male: la qualità dell’opera rimane invariata, se non accresciuta, dall’indeterminatezza che dal pennello si muove sui volti vaghi e impalpabili dei suoi protagonisti.
Confermata, invece, la mano di Francesco Ferdinandi come autrice de Il commiato di Ettore da Andromaca (stima € 15.000-20.000). Riconosciamo qui i migliori tratti distintivi della pittura di Francesco Fernardi detto l’Imperiali, a partire dalla sua devozione nei confronti di Nicolas Poussin e Pietro da Cortona fino alla composizione classicista. Questa tela monumentale rappresenta il soggetto, assai frequente nella pittura del Sei e Settecento, tratto dal Libro VI dell’Iliade in cui si narra l’addio di Ettore, comandante dell’esercito troiano, dalla moglie Andromaca e dal figlioletto Astianatte, in braccio alla nutrice, prima di partire per la battaglia contro i greci nella quale avrebbe perso la vita per mano di Achille.
Evidente fascinazione caravaggesca nella Deposizione di Cristo nel sepolcro di Pasquale Ottino. La specializzazione, tipicamente veronese, nella pittura su supporto di pietra di paragone portò Ottino a sperimentare, ed esasperare, gli effetti di contrasto chiaroscurale e luministico, con una predilezione per l’ambientazione notturna di cui abbiamo un alto esempio in questa notevole Deposizione di Cristo nel sepolcro, di coinvolgente tragicità pur nella sua composizione elegantemente equilibrata. Stima € 15.000-20.000.