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Il mondo alienato di KAWS in scena al Brooklyn Museum. Mostra e immagini da New York

KAWS: WHAT PARTY
KAWS: WHAT PARTY

Provate ad immaginare un mondo popolato solo da personaggi con teschi e ossa incrociate al posto della testa e grandi X che sostituiscono gli occhi. È quello che succede al Brooklyn Museum di New York tra le sale della mostra KAWS: WHAT PARTY (fino al 5 settembre), che traccia i venticinque anni di carriera dell’artista KAWS, pseudonimo scelto da Brian Donnelly (Jersey City, 1974) per le svariate possibilità grafiche contenute nelle quattro lettere.

Attraverso sculture e dipinti raffiguranti vari personaggi della cultura pop, pezzi legati al mondo della moda e del design, tecnologia e utilizzo della realtà aumentata come mezzo artistico, la pratica di KAWS si pone come linguaggio in grado di arrivare a tutti.

L’intreccio di vari mondi e l’interconnessione di più discipline si sviluppa, infatti, anche al di fuori del luogo consolidato dell’arte per invadere lo spazio urbano che diventa una piattaforma capace di raggiungere un pubblico più ampio, anche attraverso la collaborazione con Acute Art, piattaforma digitale, con cui KAWS presenta nuove opera in realtà aumentata, consentendo ai visitatori di interagire attraverso i propri smartphone.

KAWS: WHAT PARTY

La parte iniziale della mostra è dedicata ai lavori degli anni novanta, dalle prime scritte sui muri e i primi tag, alla veloce evoluzione verso interventi pubblici più mirati come la manipolazione di cartelloni pubblicitari in cui viene alterata l’immagine con l’inserimento del logo distintivo dell’artista, un teschio con le ossa incrociate e gli occhi a X.

Proseguendo si arriva alla sezione dedicata ai personaggi dei cartoni animati, come I Simpson, I Puffi o Snoopy, che attraverso atteggiamenti e comportamenti suggeriscono il loro ruolo di esseri umani sostitutivi, in una sorta di linguaggio universale che supera i confini culturali.

KAWS: WHAT PARTY

Con il tentativo di rendere il lavoro sempre più accessibile al pubblico, nel 1999 KAWS produce il suo primo giocattolo in vinile, COMPANION, un personaggio con il corpo di un cartone animato e la testa di un teschio, parte di una serie tuttora in essere e realizzato in qualsiasi misura, materiale e colore, per diventare simbolo di un’arte che riesce a mantenere la sua aura pur avvicinandosi al design.

Proprio per la mostra KAWS crea una serie limitata di piccole sculture-giocattolo in vendita in un pop-up store del Brooklyn Museum, per poche centinaia di dollari. I primi giorni la fila diventa interminabile, le persone attendono non tanto per visitare la mostra ma solo per assicurarsi l’oggetto, che infatti va sold out subito dopo, nella convinzione che il possesso sia più importante dell’esperienza.

KAWS: WHAT PARTY

Oggetti che sono nello stesso momento sculture e giocattoli, pezzi unici e in serie, oggetti venduti sia online che da gallerie, fanno nascere dei dubbi sui presupposti fondamentali dell’arte, come il concetto di esclusività e inaccessibilità, e vanno a sfiorare una democratizzazione del sistema forse mai raggiunta prima.

La pratica di KAWS riconosce che le opere d’arte possono occupare più regni e sottolinea che anche all’interno di un ambiente culturale modellato dal consumo e dall’immagine, emozioni universali come l’amore, la gioia, la solitudine e l’alienazione rimangono costanti.

KAWS: WHAT PARTY

A confermarlo è CHUM, un personaggio utilizzato dall’artista per esprimere sensazioni e relazioni umane, e che qui appare inserito in una nuova opera creata appositamente per la mostra.

URGE (2020) è una serie di dieci tele dai colori brillanti, disposte su due linee da cinque, che sembrano zoomare sul viso e le mani del personaggio per catturarne e indagarne le emozioni. Davanti a URGE si trova un COMPANION rannicchiato (SEPARATED, 2021) con le maniche vanno a coprirgli il volto, in una reazione sconsolata alla situazione mondiale di questo periodo, mentre nella sala accanto un altro COMPANION (TIDE, 2020) nuota su una tela al chiaro di luna in un momento in bilico tra la calma assoluta e la disperazione.

Forse allora, quel mondo popolato da personaggi con teschi al posto della testa e croci sugli occhi non è poi così diverso dal nostro.

KAWS: WHAT PARTY
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