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Si prega di non toccare. Una rilettura sovversiva del San Sebastiano di Perugino

Pietro Perugino, San Sebastiano, 1495

Su Arte in italiano, una serie di mini-excursus sulla storia dell’arte offre, di volta in volta, una reinterpretazione in chiave sensuale di alcuni capolavori arcinoti, di cui tutti conosciamo l’interpretazione più accreditata. È il turno di San Sebastiano, dipinto da Perugino nel 1495.

“Come nell’Estasi di santa Teresa d’Avila del Bernini, anche in questo caso l’arma diventa un simbolo fallico e suggerisce sia la condanna a morte che l’arco teso di un Cupido malizioso”. Dopo la Lattaia di Vermeer, l’attrice e professoressa di storia dell’arte Hortense Belhôte indaga San Sebastiano, olio su tavola di quercia dipinto da Pietro Perugino nel 1495 circa e conservato presso il Musée du Louvre di Parigi.

La web-serie Si prega di non toccare, disponibile su Arte in italiano, propone infatti una rilettura sensuale e sovversiva di alcuni capolavori della storia dell’arte. A fare da fil rouge, il tema della sessualità, spesso introdotto (in maniera consapevole o meno) da un’opera: a dimostrazione che temi come il femminismo, la masturbazione e la sessualità non sono certo nuovi – legarli a storie antiche permette una riflessione più ampia.

Pietro Perugino, San Sebastiano, 1495

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