L'intera sfera ecologica al centro: a Verona una raffinata ricerca sulla coesistenza tra uomo e natura

Ecosofia + Versus, un progetto di curatela collettiva in dialogo con la sezione botanica del Museo di Scienze Naturali di Verona, negli spazi espositivi di Fonderia 20.9 fino al 26 giugno.

Situata dal 2015 nel quartiere di Veronetta a Verona, Fonderia 20.9 è una spazio espositivo dedicato alla fotografia contemporanea con un programma di artisti emergenti e affermati. Fonderia 20.9 è anche una piccola ma ricercata biblioteca, uno spazio per le proiezioni e un laboratorio di stampa per gli associati.

La prima mostra dell’anno è “Ecosofia + Versus”, a cura di Chiara Bandino, Francesco Biasi, Alice Benza e Angelica Rivetti. L’esposizione pone il visitatore di fronte alla delicata tematica dell’ecologia, offrendo un cambiamento di sguardo – teorico ed estetico – nei confronti degli articolati rapporti uomo-natura e in particolare sulle dinamiche di coesistenza/convivenza che intercorrono tra l’essere umano e l’ambiente circostante, all’interno di una concezione tradizionalmente antropocentrica. È qui che entra in gioco l’ecosofia, termine utilizzato per la prima volta dal filosofo norvegese Arne Næss nel 1960 e che pone al centro del proprio pensiero non più solo l’uomo, ma l’intera sfera ecologica.

Ecosofia è anche il nome della prima sezione della mostra: una riproduzione fotografica dell’erbario del Museo Civico di Storia Naturale di Verona che esprime l’esigenza di rimettere al centro le piante. 14 sono le specie esposte: quelle aliene o invasive, introdotte forzatamente dall’uomo (per azioni volontarie o accidentali) che creano spesso squilibri negli ecosistemi; e le specie minacciate che sono invece a rischio di estinzione a causa di azioni dell’uomo che vanno ad alterare le loro condizioni ambientali originarie. In entrambi i casi assistiamo ad una perdita di biodiversità. Il discorso prosegue poi con alcune stampe estratte dal libro A Bestiary of the Anthropocene, un progetto ironico e visionario di Nicolas Nova e Disnovation. Sono immagini e parole che raccontano complessità e contraddizioni del presente attraverso una raccolta di piante, animali e altri esemplari che si fondono con le innovazioni tecnologiche, creando nuovi corpi ibridi. Un’esempio è “l’albero antenna” che camuffa le antenne telefoniche tra le fronde di un albero; un’ipotesi, solo apparentemente distopica, di un possibile equilibrio tra il mondo naturale e la presenza umana: artificiale e sintetico ma dalle sembianze ancora vagamente organiche.

L’esposizione continua al piano inferiore con Versus, un progetto di curatela collettiva nato per affrontare il tema dell’ecologia e della coesistenza attraverso la creazione di una proiezione che vede coinvolti i progetti di sedici fotografi internazionali. Nato da un’idea di Valerie della galleria L’Aberrante (Chevenne) coinvolge i team curatoriali di Corpo Opaco (Montpellier), L’image a venir (Bruxelles) e Fonderia 20.9 (Verona).

Il progetto prevede una proiezione diffusa nei tre diversi paesi, un incontro nel parco nazionale delle Chevenne e un evento conclusivo ad Arles (Provenza) durante la settimana inaugurale del festival Le Rencontres de la Photographie. Gli artisti coinvolti sono: Arianna Senesi, Céline Clanet, Mélanie Paris, Helene David, Coline Jourdan, Léa Habourdin, Marina Caneve, Sofia Lopez Manan, Jan Stradtmann, Louis Perreault, Massimo Mastrorillo, Elena Aya Bundurakis, Marine Lanier, Yvette Monahan, Sebastian Lopez Brach e Marc Wendelski.