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Misteri e copie. L’infinito Giardino delle Delizie di Bosch risplende a Lugano

Artista ignoto, Paesi Bassi. Copia del pannello centrale de Il Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch, 1500-1560 ca., olio su tavola trasportato su tela. Collezione privata
Artista ignoto, Paesi Bassi. Copia del pannello centrale de Il Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch, 1500-1560 ca., olio su tavola trasportato su tela. Collezione privata

Il MASI di Lugano ospita a Palazzo Reali, dal 23 maggio 2021, un’opera straordinaria: la copia d’epoca più significativa del capolavoro universalmente conosciuto di Hieronymus Bosch, Il Giardino delle delizie. La cosiddetta “Copia di Norimberga” presentata dal MASI, è considerata la più importante di tutte le copie storiche conservate fino a oggi.

Il Giardino delle delizie di Bosch (Museo del Prado, Madrid) è uno dei dipinti più famosi, ma anche più misteriosi della storia dell’arte europea. Malgrado l’enigmatico e complesso tema iconografico, la rappresentazione del paradiso e dell’inferno di Bosch ha affascinato per oltre 500 anni il pubblico e gli studiosi. Il trittico, realizzato attorno agli anni 1490-1500, è un olio su tavola di quercia. L’eccezionale significato dell’opera fu subito riconosciuto dai contemporanei. Ancora prima della morte di Bosch, furono infatti realizzate una serie di copie di pregio, in alcuni casi dipinte da pittori famosi come ad esempio il pittore di corte Michiel Coxcie o addirittura Lucas Cranach il Vecchio.

Le copie di dipinti sono state considerate negli anni sempre più come importanti documenti storici e opere d’arte degne di essere esposte. In aggiunta al loro valore artistico, esse possono contribuire alla comprensione del significato e dell’importanza dell’opera originale nei rispettivi cotesti storici. Ciò è ancor piú vero nel caso in cui la realizzazione della copia è cronologicamente prossima all’originale. Quella presentata a Palazzo Reali è stata variamente datata e situata in un arco temporale che va dal 1500 al 1550-1560 circa. Essa è quindi stata dipinta quando Hieronymus Bosch era ancora in vita o al più tardi poco più di 40 anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1516. Le altre copie storiche rinvenute si concentrano soprattutto sulla composizione, raramente viene imitato lo stile e solo in casi eccezionali la tecnica pittorica. La copia esposta è particolarmente preziosa perché riprende ampiamente l’originale proprio nella tecnica e nello stile pittorico, nel modo di rappresentare le figure, nella resa della luce e delle ombre, nonché nella stesura a sottili strati del colore sullo sfondo chiaro.

Oggi lo strato pittorico della copia si trova su tela, ma in origine il supporto era invece una tavola, probabilmente del tipico legno di quercia olandese, come suggeriscono il caratteristico craquelé e il segno delle giunture impresse nello strato di pittura prima del suo trasferimento su tela. Tali interventi venivano effettuati soprattutto per ragioni di conservazione, generalmente a seguito del danneggiamento del supporto ligneo. È un caso fortunato che si sia conservata proprio la presente copia, molto vicina all’originale sia per l’attenzione al dettaglio che per il formato, che si suppone sia stata eseguita nelle dimensioni reali con l’aiuto di un cartone, proprio davanti all’originale. Ciò la rende estremamente preziosa anche in qualità di documento storico-artistico dato che l’originale del Prado lamenta molte lacune, in parte colmate dai diversi restauri succedutisi nel tempo, non sempre però in grado di restituire l’impostazione originale.

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