Fruttuosa collaborazione tra ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico e Istituzione Bologna Musei volta a ottenere un’innovativa rilevazione dati nel monitoraggio del gradimento e delle modalità di fruizione di opere d’arte in ambiti museali, attraverso la sperimentazione e sviluppo di metodologie informatiche basate su applicazioni di Intelligenza Artificiale e Big Data.
Il sistema sviluppato si chiama ShareArt, la sede sarà proprio l’Istituzione Bologna Musei. In quanto sistema museale che riunisce un articolato e complesso patrimonio storico, artistico e culturale distribuito in 13 sedi espositive, oltre al Complesso Monumentale della Certosa, il sistema museale civico di Bologna si qualifica infatti come contesto ideale di sperimentazione e applicazione sul campo per la realizzazione di repository di informazioni eterogenee e personalizzate nelle fasi di acquisizione dati, conservazione e documentazione.
Sviluppato a partire dal 2016, ShareArt riesce a “misurare il gradimento” di un’opera d’arte attraverso la condivisione di molteplici informazioni. Lo fa non interrogando i fruitori dell’opera, bensì monitorando la registrazione nel tempo di alcuni indicatori. Una misura resa possibile dall’utilizzo delle nuove tecnologie e, più in particolare, da una tipica applicazione Big Data capace di ricavare informazioni esplorando grandi quantità di dati diversi.
“Attraverso una telecamera il sistema ShareArt rileva automaticamente i volti che guardano nella sua direzione acquisendo, contestualmente, una serie di informazioni relative al comportamento nell’osservazione delle opere d’arte come, ad esempio, il percorso compiuto per avvicinarsi all’opera, il numero di persone che l’hanno osservata, il tempo e la distanza di osservazione, il genere, la classe di età e lo stato d’animo dei visitatori che osservano. L’applicazione al mondo dell’arte di questo sistema, che cambiando la prospettiva rivolge la telecamera dall’opera verso il pubblico in modo che rilevi i volti che la osservano all’interno di un percorso museale, in una mostra temporanea, in una galleria o in un sito archeologico, consente di monitorare, tramite la generazione di dati oggettivi, il gradimento e la fruizione da parte dell’osservatore dell’opera e degli spazi antistanti la stessa”, spiegano i quattro esperti ENEA Stefano Ferriani, Giuseppe Marghella, Simonetta Pagnutti e Riccardo Scipinotti che partecipano allo sviluppo del progetto.
Oltre a queste informazioni, il sistema ShareArt può essere utilizzato, in questa fase di emergenza Covid-19, per aumentare la sicurezza degli ambienti museali rilevando il corretto utilizzo della mascherina a protezione delle vie respiratorie e il distanziamento dei visitatori, attivando, in tempo reale, una segnalazione visiva per ricordare il rispetto delle disposizioni vigenti.
Per l’avvio del progetto a Bologna sono state individuate le Collezioni Comunali d’Arte situate al secondo piano di Palazzo d’Accursio. Nelle loro sontuose sale ambientate, un tempo adibite a residenza dei Cardinali Legati rappresentanti del potere pontificio, è possibile ammirare un ricco e variegato patrimonio di dipinti, sculture, mobili, arredi e suppellettili sedimentatosi nel tempo grazie a successive donazioni di magistrature cittadine e collezioni private.
I primi dispositivi, installati all’interno del percorso espositivo nel luglio 2020, hanno permesso di strutturare una più estesa rete di monitoraggio che, a pieno regime, andrà ad interessare complessivamente 20 opere dello stesso museo. Con tale numero significativo di 20 dispositivi, uno per ogni opera selezionata, si potranno raccogliere dati sufficienti per valutare oggettivamente il comportamento dei visitatori. L’impiego di algoritmi Big Data consentirà l’estrazione di informazioni significative mettendo in relazione la fruizione delle opere con caratteristiche dei visitatori.