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Venere che benda Amore. Il capolavoro di Tiziano in mostra per l’estate a Palazzo Te a Mantova

Tiziano, Venere che benda Amore Tiziano, Venere che benda Amore
Tiziano, Venere che benda Amore
Tiziano, Venere che benda Amore

Lo straordinario dipinto di Tiziano giunge in prestito dalla Galleria Borghese di Roma per il programma espositivo Venere divina. Armonia sulla terra

Il dipinto è citato per la prima volta nel 1613, nel poema di Scipione Francucci, dedicato alla raccolta di Scipione Borghese, cardinal nipote da otto anni. Collezionista a dir poco appassionato di pittura e di sculture antiche e moderne. È proprio Francucci che descrive il soggetto come “Venere che benda Amore”: ed è questo il titolo del capolavoro di Tiziano che sarà protagonista dell’estate di Palazzo Te, a Mantova. Il programma espositivo Venere divina. Armonia sulla terra prosegue infatti – dal 22 giugno al 5 settembre – con l’esposizione dello straordinario dipinto, che giunge in prestito dalla Galleria Borghese di Roma.

La scena dell’opera è risultata sempre di difficile interpretazione, tanto da acquisire titoli diversi negli inventari successivi della villa. Dove al principio del 1620 la vide anche Antoon van Dyck, come testimoniato da un disegno nel taccuino italiano di schizzi, oggi al British Museum. Nel Novecento interpretazioni più complesse si sono basate sul reperimento di fonti letterarie; Hans Tietze ha proposto le Metamorfosi di Apuleio, in cui Venere punisce Amore per essersi innamorato di Psiche, requisendogli le armi. Erwin Panofsky formulò un’interpretazione neoplatonica, identificando nei due cupidi Eros e Anteros, cioè l’amore passionale e l’amore divino, che non è cieco, ma in grado di contemplare il vero Amore.

A corredo dell’esposizione di questo capolavoro, verrà proposto un articolato public program sul tema del mito di Venere. Con momenti performativi e artistici nell’Esedra di Palazzo Te, ripensata con i nuovi arredi per accogliere al meglio il pubblico.

https://www.centropalazzote.it

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