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La fragilità e la fallibilità dell’essere umano al centro della attesissima mega mostra di Maurizio Cattelan a Milano

Maurizio Cattelan, Untitled, 2009 photo Zeno ZottiMaurizio Cattelan, Untitled, 2009 photo Zeno Zotti Maurizio Cattelan, Untitled, 2009 photo Zeno Zotti
2001-Maurizio Cattelan, Him, 2001, photo Zeno Zotti
2001-Maurizio Cattelan, Him, 2001, photo Zeno Zotti

Meno di un mese all’inaugurazione di una delle mostre più attese dell’anno. Dal 15 luglio 2021 al 20 febbraio 2022 all’Hangar Bicocca di Milano apre la mostra personale di Maurizio Cattelan “Breath Ghosts Blind”, un inedito progetto espositivo che offre una narrazione simbolica del ciclo della vita e affronta questioni esistenziali come la fragilità e fallibilità dell’essere umano.

L’esposizione, difatti, offre una visione della storia collettiva e personale attraverso i diversi momenti che scandiscono l’esperienza umana. “Breath Ghosts Blind”, a cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí, è un progetto site-specific che affronta concetti universali come la fugacità della vita, la memoria e il senso di perdita individuale e collettivo. L’architettura monumentale degli spazi di Pirelli HangarBicocca, dalla Piazza alle Navate fino al Cubo, scandisce il percorso espositivo in tre atti, in una narrazione che ripercorre le fasi dell’esistenza umana e ne restituisce al pubblico l’estrema fragilità. Concepita in stretto dialogo con lo spazio, “Breath Ghosts Blind” presenta la riconfigurazione di un’opera storica e lavori inediti all’interno di una drammaturgia orchestrata dall’artista. Attraverso riferimenti simbolici che appartengono all’immaginario collettivo, la mostra mette in discussione il sistema di valori attuale e propone una riflessione sugli aspetti più disorientanti del quotidiano.

Maurizio Cattelan, Untitled, 2009 photo Zeno ZottiMaurizio Cattelan, Untitled, 2009 photo Zeno Zotti
Maurizio Cattelan, Untitled, 2009 photo Zeno Zotti

Il lavoro di Maurizio Cattelan affronta i grandi interrogativi dell’essere umano, attraverso opere che esplorano temi come la morte, l’amore, il destino, la solitudine, l’assenza e il fallimento, nella loro dimensione personale quanto collettiva. Punto di partenza delle opere è sempre un’immagine. Attingendo alla realtà e al mondo che lo circonda, l’artista si interroga sull’effetto provocato da determinate immagini e sulle ragioni che si celano dietro l’apparente accettazione delle situazioni più ambigue e inquietanti: “le immagini che mi interessano di più” – dichiara – “sono quelle che non capisco. O meglio, quelle che sembrano contenere in sé una molteplicità infinita di significati”. In un lungo processo di selezione e sintesi, l’artista condensa temi e riferimenti, dando vita a un’unica nuova immagine di grande impatto. Questo approccio porta alla realizzazione di opere dal significato mai univoco, ma anzi orientate a produrre domande, riflessioni, tensioni che inducono a mettere in discussione il presente in cui viviamo.

Maurizio Cattelan, Untitled, 2008 photo Zeno Zotti
Maurizio Cattelan, Untitled, 2008 photo Zeno Zotti

Tra gli artisti italiani contemporanei più noti al mondo, Maurizio Cattelan nel corso della sua trentennale carriera artistica ha messo in scena azioni considerate spesso provocatorie e irriverenti, realizzando opere che sottolineano i paradossi della società. Nato a Padova nel 1960, si forma in uno scenario in cui l’Italia è scossa da grandi tensioni politiche e sociali. Inizialmente orientato alla produzione di oggetti di design, le sue prime opere d’arte nascono tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta da una riflessione sulle fratture della società del tempo, dalle contraddizioni della vita piccolo-borghese, racchiuse in Lessico familiare (1989), alle tensioni razziali affrontate ad esempio con Stadium (1991). Gli anni novanta vedono Maurizio Cattelan focalizzare la propria pratica su diversi livelli, dalla dissacrazione del sistema dell’arte alla riflessione sull’identità e sulla storia italiana.

Maurizio Cattelan, Untitled, 2004 photo Attilio Maranzano
Maurizio Cattelan, Untitled, 2004 photo Attilio Maranzano

È in questi anni, contestualmente al proprio trasferimento a New York, che l’artista si afferma sulla scena internazionale come una delle figure più influenti della sua generazione e realizza alcuni dei suoi più celebri lavori. Tra questi figurano l’emblematico cavallo appeso al soffitto Novecento (1997), gli autoritratti giocati sull’idea di fallimento come Charlie Don’t Surf (1997) e l’installazione Lullaby (1994), composta con le macerie dell’attentato terroristico che nel 1993 aveva ucciso cinque persone e quasi distrutto il PAC di Milano. Con il passare degli anni, l’abilità di Maurizio Cattelan nel coniugare iconografie tradizionali e temi considerati tabù è divenuta proverbiale e ha portato alla realizzazione di opere iconiche, come La Nona Ora (1999), con la sua complessa commistione di sacralità e sofferenza, Him (2001), una riflessione sul male e sul potere, e l’installazione Untitled (2004) in piazza XXIV Maggio a Milano, che metteva in scena la tacita accettazione della violenza nella società contemporanea. Tra i suoi più significativi interventi è la monumentale scultura pubblica L.O.V.E. (2010) collocata di fronte al Palazzo della Borsa a Milano.

2001_MC, La Nona Ora 1999, Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi, Milano 2010_Zeno Zotti
2001_MC, La Nona Ora 1999, Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi, Milano 2010_Zeno Zotti

In occasione dell’esposizione in Pirelli HangarBicocca sarà realizzata con Marsilio Editori una pubblicazione che comprenderà contributi critici di Francesco Bonami e Nancy Spector, insieme a una conversazione tra l’artista e i curatori dell’esposizione Roberta Tenconi e Vicente Todolí. La monografia sarà arricchita da riflessioni legate ai temi sollevati attraverso le voci di filosofi, teologi e scrittori quali Arnon Grunberg, Andrea Pinotti e Timothy Verdon. Completano il volume una ricca documentazione fotografica delle opere in mostra e una selezione di testi ripubblicati e tradotti per l’occasione della filosofa e scrittrice Susan Sontag (1933-2004), dell’intellettuale e traduttrice Giustina Renier Michiel (1755-1832) e del poeta e scrittore curdo-siriano Golan Haji.

Anticipa l’apertura della mostra “Breath Ghosts Blind” il progetto radiofonico Bidibidobidiboo, che in otto puntate, nell’ambito del programma Te la do io l’arte condotto da Nicolas Ballario, esplora opere seminali di Maurizio Cattelan e la sua persona. Il progetto, nato come media partnership tra Rai Radio 1 e Pirelli HangarBicocca e in corso fino a sabato 17 luglio, vede alternarsi una serie di personaggi del mondo dell’arte e non, invitati ad approfondire la figura dell’artista.

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