I Monologhi della Vagina, con la lettura e l’appassionata interpretazione di Roberta Lidia De Stefano, Alessandra Faiella, Silvia Giulia Mendola, Marina Rocco e Lucia Vasini – regia di Emanuela Giordano – è tornato il 15 giugno al Franco Parenti di Milano, ai Bagni Misteriosi, vent’anni dopo il primo V-Day
Tra le scalinate di un moderno anfiteatro estivo, rinfrescato da una leggera brezza estiva e dal lieve e pungente odore di cloro, risuonava cristallina e ripetuta una parola: V*gina.
No, riproviamo.
Tra le scalinate di un moderno anfiteatro estivo, rinfrescato da una leggera brezza estiva e dal lieve e pungente odore di cloro, risuonava cristallina e ripetuta la parola VAGINA!
Id est, se dovessi distillare le vibrazioni di una serata in omaggio ai Monologhi della Vagina (Eve Ensler, 1996).
Perché a ben vedere, e i Monologhi lo urlano chiaro e forte, l’utilizzo o il non-utilizzo di una parola sono rispettivamente vita e morte della realtà a cui questa parola si riferisce. La vergogna che impedisce di pronunciare la parola è goccia di giusquiamo nell’orecchio del concetto di cui il vocabolo si fa carico. L’evitare di pronunciare “vagina” per pudicizia è modo per relegare la sessualità femminile in un buio silenzio.
Se si scandisce, ripete, canta e sillaba, è possibile slegare matasse di pensieri che possono paralizzare; si sdoganano luoghi comuni sulla sessualità e sul modo di viverla; se si è pronte e pronti all’ascolto e al dialogo si scopre infine che la vagina è essa stessa specchio e porta della e sulla identità della donna.
“Quanto a te, Ernest, tu credi di saper pensare, ma in realtà non puoi, perché la gamma delle cose che facciamo è troppo limitata. Ciò significa non poter estendere il nostro ridottissimo vocabolario e la nostra rudimentale grammatica; il che, a sua volta, comporta scarsa capacità di astrazione. Il linguaggio precede e nutre il pensiero, come sai”.
– Il più Grande Uomo Scimmia del Pleistocene, Roy Lewis, Adelphi, 1992)
I Monologhi della Vagina è un inno al conoscere, guardare, entrare in confidenza e amare la propria vagina. E insieme a conoscere, guardare e amare sé stesse. È anche un invito rivolto agli uomini: a comprendere e amare, nel più sincero rispetto, la vagina e le donne, le donne e la vagina.
I Monologhi della Vagina non è solo questo. È anche denuncia di comportamenti profondamente maschilisti e misogini. È scoprire solidarietà di emozioni tra donne. È un monologo che chiede – tra la più leggera ilarità e la più oscura serietà – di aprirsi a dialogo.