Domenica 4 luglio, alle 21.15 su Sky Arte, va in onda Carracci, la rivoluzione silenziosa, il film che ricostruisce l’epopea dei tre grandi pittori bolognesi del Cinquecento, i fratelli Annibale e Agostino e il cugino Ludovico Carracci. La pellicola del 2019, di recente ha partecipato alla competizione del Master of Art Film Festival di Sofia (Bulgaria).
Guida il filo narrativo di Carracci, la rivoluzione silenziosa, Marco Riccomini, art advisor di fama internazionale, in un viaggio da un capo all’altro del mondo occidentale, con incontri speciali e scoperte. I tre artisti fondarono a Bologna, intorno al 1580, l’Accademia dei desiderosi, chiamata in seguito l’Accademia degli illuminati, destinata a divenire un punto di riferimento per i più importanti pittori di area emiliana e un’esperienza fondamentale per la storia dell’arte italiana. Per Marco Riccomini, “La Riforma dei Carracci è una riforma della lingua pittorica. La loro ricerca, in particolare quella di Annibale, è connotata dallo studio e dall’interpretazione delle varie scuole, da Correggio a Veronese, da Tiziano e Giorgione a Raffaello; fino a dar vita ad una lingua artistica sconosciuta che miscela, al suo interno, i vari elementi, rendendoli singolarmente irriconoscibili”.
Nel docu-film, Riccomini osserva le opere dei Carracci rimaste a Bologna e poi si reca a Forth Wort, in Texas, al Kimbell Art Museum, e a Oxford (Inghilterra), alla Christ Church Picture Gallery, per analizzare le due diverse versioni della “Bottega del macellaio” (1585) di Annibale Carracci; un’opera di straordinaria modernità che nel film viene commentata dalla critica d’arte Silvia Evangelisti. Al Metropolitan Museum di New York, Riccomini incontra il critico d’arte Keith Christiansen, mentre a Londra si reca da Christie’s, dove l’esperto d’arte Francis Russel racconta come tutti e tre i Carracci siano passati attraverso le vendite all’incanto della famosa casa d’aste. “Due caratteri diversi”, dice Riccomini nel corso del documentario, a proposito di Annibale e Agostino. E aggiunge: “Ma Ludovico capì che proprio questa diversità poteva diventare la loro forza”. Diretto da Giulia Giapponesi, Carracci, la rivoluzione silenziosa ha vinto il premio per la migliore regia e colonna sonora all’Arte Film Festival Berlino 2019.